Tentata rapina ad Arcese: volevano il suo Rolex 

L’imprenditore era in auto all’Interporto quando è stato avvicinato da un uomo che lo ha colpito con un pugno. «In 85 anni non mi è mai successa una cosa simile»


di Mara Deimichei


TRENTO. L’aggancio con una scusa banale (la richiesta di un’informazione stradale) e poi il tentativo violento di strappargli il Rolex che aveva al polso. Rapina che è fallita anche se la vittima - si tratta del noto imprenditore Eleuterio Arcese - prima di fare denuncia è dovuto passare anche dal pronto soccorso dove si è fatto medicare. Sì perché il quasi rapinatore quando si è reso conto che non sarebbe riuscito a scappare con l’orologio, ha tirato un pugno in faccia all’imprenditore. Ora sul caso indagano i carabinieri della stazione di Arco, paese di residenza di Arcese. Anche se la rapina è andata in scena a Trento e per la precisione nella zona dell’Interporto.

Il fatto risale al 31 ottobre ed è avvenuto in pieno giorno, nel primo pomeriggio. Arcese stava parcheggiando la sua macchina davanti allo stabilimento di autotrasporti di Trento nord quando è stato avvicinato da un uomo che aveva bisogno di un’informazione. «Si presentava bene - spiega Arcese - un trentenne, giacca blu e jeans. Parlava con una certa difficoltà l’italiano e voleva avere delle indicazione su una farmacia. Mi ha mostrato un cellulare dove c’era l’indicazione di una via, ma io gli ho spiegato che all’Interporto farmacie non ce ne sono. Ma lui ha insistito, è andato avanti fingendo di aver bisogno di aiuto per 5 minuti buoni». 5 minuti in cui Arcese parlava allo straniero seduto in macchina con il finestrino abbassato. Poi il gesto violento. «Ha allungato la mano verso il mio polso e ha cercato di strapparmi via con forza l’orologio». L’imprenditore ha resistito e con un gesto repentino ha spostato il braccio fra il sedile e la schiena. «L’altro allora si è sporto all’interno dell’abitacolo - prosegue nel racconto - e ha cercato di prendersi il mio portafoglio. Io ho resistito ancora e lui ha avuto una reazione che non mi sarei mai aspettato: mi ha colpito con un pungo sul viso, appena sotto l’occhio». Una violenza che ha spinto Arcese ha chiamare la segretaria e dare l’allarme. Una telefonata che lo ha salvato: il suo aggressore è infatti scappato saltando il muro del parcheggio e poi si è diretto verso l’albergo per poi sparire nel nulla. «Adesso sto bene sono in viaggio anche in questo momento - racconta Arcese - ma il segno di quello che è successo c’è ancora. Se ho avuto paura? Non saprei con definire quello che ho provato ma le posso dire che ho 85 anni, sono sempre in viaggio, ho girato tutta l’Italia e mezzo mondo e non mi è mai successa una cosa del genere».

Arcese dopo aver avvertito le forze dell’ordine è andato al pronto soccorso. Qui i medici hanno fatto tutti gli accertamenti del caso, lo hanno medicato e quindi lo hanno dimesso con una prognosi di una settimana. «Adesso sto bene, comunque» conclude Arcese.

Ora, come detto, sono in corso le indagini per cercare di arrivare a dare un nome e un volto a chi ha tentato la rapina del Rolex. Una rapina che non è per nulla insolita. È di un paio di giorni la notizia di due arrestati a Firenze. I due uomini, a bordo di uno scooter, sceglievano le loro vittime fra gli automobilisti in coda o alle prese con delle manovre. La tecnica è simile: nei casi Toscani, uno dei due malviventi infilava la mano nell’abitacolo cercando di strappare con forza l’orologio prezioso dal braccio del malcapitato.













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