Tagli ai Caf, anche le Acli in allarme

Il direttore Mariotto: «Saremo costretti a ridurre il personale stagionale»


Jacopo Tomasi


TRENTO. Anche il principale Centro di assistenza fiscale della provincia, quello delle Acli, che nell'ultimo anno ha curato 76.000 dichiarazioni dei redditi, subirà il colpo inferto da Roma. Ai Caf verranno tagliati del 20% i rimborsi statali e questo avrà inevitabili ripercussioni. «Puntiamo a non aumentare le tariffe - spiega Michele Mariotto, direttore del Caf Acli - ma avremo meno personale».

Il consiglio d'amministrazione si riunirà domani anche per valutare le possibili strategie da mettere in campo per far fronte al "buco" creato dalla manovra finanziaria. Un "buco" non da poco: secondo i primi calcoli il Caf delle Acli il prossimo anno potrà contare su 240.000 euro in meno. Una bella cifra che però non dovrebbe far aumentare le tariffe. «Non vogliamo che questo problema ricada sui clienti», ribadisce Mariotto.

Attualmente una dichiarazione dei redditi alle Acli costa 36 euro, prezzo fermo da ormai dieci anni. Da qualche parte, però, bisognerà pur andare a risparmiare per far quadrare i conti. E a rimetterci saranno con tutta probabilità alcuni dei lavoratori che, durante il periodo di punta, vengono assunti con contratti a tempo determinato. Insomma, a rimetterci saranno ancora una volta quei giovani che faticano a trovare lavoro. «Attualmente - sottolinea Mariotto - abbiamo 25 dipendenti fissi più 50 operatori stagionali. Il prossimo anno, alla luce di questi tagli, quasi certamente ci sarà una riduzione della durata dei contratti e del personale assunto».

Uno scenario simile a quello illustrato mercoledì dal segretario della Cisl Lorenzo Pomini, che oltre ad un possibile aumento delle tariffe, aveva ipotizzato un probabile calo dell'occupazione.

Oltre agli effetti concreti che avrà il taglio di Roma, ci sono anche degli aspetti di principio che infastidiscono non poco il mondo dei Caf. Questi centri, infatti, permettono ogni anno all'Agenzia delle Entrate di avere, nel giro di pochi giorni, 17 milioni di 730 "digitali" in tutta Italia, alleggerendo l'ente e favorendo la riscossione dei tributi e quindi la lotta all'evasione. «La nostra - commenta sconfortato Mariotto - è una realtà che funziona ed è davvero un peccato che venga depotenziata e messa nelle condizioni di dover ridimensionare la propria attività. Noi cercheremo di rispondere ai bisogni di tutti, ma avremo inevitabilmente meno tempo per seguire i clienti con attenzione e la qualità del servizio ne risentirà. E' un peccato - conclude - che chi parla tanto di lotta all'evasione, poi tagli le risorse alle realtà incaricate che negli anni hanno sempre dimostrato di lavorare bene».













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