Stella Bianca, l’esercito dei 300 «Ma la burocrazia ci opprime» 

Il Caso della settimana. In val di Cembra l’associazione più numerosa come partecipazione dei cittadini: «Solo così stiamo resistendo a questi tempi difficili. Ma ormai corsi e carte sono sempre di più: si rischia un disincentivo all’impegno»


Luca Petermaier


Trento. Tra le associazioni di trasporto infermi è, da sempre, la “regina”. Con una pattuglia di oltre 300 volontari la Stella Bianca della val di Cembra è da un lato l’esempio di come una valle si sia auto-organizzata per garantirsi un efficace servizio di soccorso nelle emergenze, essendo periferica rispetto a tutti i principali presidi ospedalieri; dall’altro è l’ennesima dimostrazione del grande cuore dei trentini che in fatto di solidarietà non temono confronti.

La forza dei volontari

I 300 volontari della Stella Bianca sono stati e sono anche oggi l’anticorpo che sta proteggendo l’associazione dalle turbolenze che scuotono da qualche mese a questa parte l’attività del sistema del soccorso sanitario. «Certo – spiega la responsabile Mirella Nones – l’aggravio di lavoro c’è stato anche per noi. Ma il fatto di avere così tanta disponibilità da parte degli associati ci ha permesso finora di non dover ricorrere all’assunzione di dipendenti e questo ci aiuta a contenere i costi. Altre realtà, con meno volontari, questo “lusso” non se lo possono permettere».

Nel 2018 la Stella Bianca ha effettuato sul territorio 1693 interventi, la maggiore parte per soccorsi o emergenze, ma garantisce anche il trasporto ai Centri diurni. Con tre postazioni fisse (Cembra, Albiano e Segonzano) più una postazione “part time” a Grumes nel nuovo comune di Altavalle, l’associazione presidia un territorio complicato, che si sviluppa su due lati della valle e che è secondario rispetto alle principali vie di comunicazione. «La nostra convenzione con l’Apss – continua Mirella Nones - ci impegna a mantenere un presidio per le emergenze 365 giorni all’anno per 24 ore al giorno. Non esistono domeniche o festività, noi ci siamo sempre. Abbiamo deciso invece di non convenzionare altri mezzi per il trasporto infermi o trasporti secondari. In questi casi rispondiamo alle richieste di Trentino Emergenza solo se abbiamo volontari a disposizione».

Giovani e pensionati

Nata 39 anni fa come attività di “auto-soccorso” di una valle penalizzata dalla posizione geografica (erano i tempi di Albino Battisti e di Maria Giacomazzi Petri, ben descritti da Alberto Folgheraiter nel suo libro di prossima uscita “Una stella sulla valle”), la Stella Bianca rimane ancora oggi per i residenti un richiamo forte e vivo alla partecipazione alla vita della comunità. I volontari sono giovani e pensionati, casalinghe e professionisti. Ma anche qui - come in tutto il resto del Trentino, invero - per le associazioni che si affidano al volontariato sono tempi difficili. «Destinare un pezzo del proprio tempo agli altri - spiega Mirella Nones - non va più tanto di moda, anche se qui non ci possiamo lamentare».

Burocrazia opprimente

Da un lato la necessaria “professionalizzazione”, con corsi e test, non sempre è gradita e a volte è persino un disincentivo all’impegno sociale. Dall’altra c’è la piaga della burocrazia: «Ormai anche noi volontari dobbiamo produrre quintali di inutile carta ogni anno» - attacca Mirella Nones. «È una battaglia quotidiana tra privacy, funzionari, consulenti, notai. Rendere conto di ciò che si fa è giusto, ma così si rischia di deprimere l’impegno sociale. Per dire: noi abbiamo dovuto destinare una volontaria solo alla gestione dei moduli privacy, altre associazioni queste figure se le devono pagare. Non va più bene».













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