«Solo con dialogo e confronto si vince la barbarie umana»

Appello delle istituzioni ieri nella giornata che ricorda la liberazione di Auschwitz: «Giovani, non dimenticate»



TRENTO. E’ stato celebrato ieri il Giorno della Memoria, a 69 anni dall’ingresso nel campo di concentramento di Auschwitz delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa. Le manifestazioni che da qualche settimana compongono il programma per la commemorazione delle vittime dell’Olocausto, delle leggi razziali e dei campi di concentramento hanno raggiunto il loro culmine con gli appuntamenti ufficiali ed istituzionali.

In mattinata, presso il Commissariato del Governo, sono state conferite le medaglie d’onore agli ex internati nei lager nazisti destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. Guido Hueller è stato insignito dal prefetto Francesco Squarcina, che si è soffermato sul significato dell’onorificenza, attraverso la quale la nazione non pretende di risarcire quanto patito dagli ex internati, ma vuole esprimere un apprezzamento per la testimonianza di altissima dignità umana.

Valeria Guarnati ha ritirato la medaglia per il marito Giuliano Poggi Pollini, deceduto nel 1970, mentre la medaglia di Mario Tecilla, da poco scomparso, è stata consegnata al figlio Fabio.

I tre insigniti furono imprigionati quando erano poco più che ventenni e per uno scherzo del destino Guido Hueller fu internato a Leopoli, città in cui il padre Ermete aveva combattuto qualche anno prima con la divisa dell’esercito austro-ungarico.

Presente alla cerimonia, il presidente Ugo Rossi ha ribadito l’importanza della memoria per la vita dell’uomo, che progredisce perché immagazzina esperienza. Allo stesso modo la società deve essere esortata ad esercitare la memoria per migliorarsi, soprattutto nell’epoca attuale, caratterizzata da grandi cambiamenti ed inquietudini. Per questo motivo va riservata un’attenzione particolare alle nuove generazioni, ed il presidente ha assicurato, a questo proposito, l’impegno della Provincia.

I giovani sono stati al centro dell’intervento del sindaco di Trento Alessandro Andreatta, che ha esortato a recuperare le testimonianze dei sopravvissuti, fra cui quella degli ex internati, “anche loro resistenti”, perché possano essere lasciate in eredità a chi verrà dopo di noi.

In serata, a Palazzo Geremia, si è svolta la celebrazione ufficiale organizzata dal Comune di Trento. I recenti fatti di cronaca nazionale non potevano essere ignorati. Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino, infatti, si è concentrato sul problema dell’antisemitismo, e sull’atto “volgare ed inquietante” ai danni della comunità ebraica, che si è verificato proprio alla vigilia del Giorno della Memoria.

Il presidente del Consiglio Comunale di Trento, Renato Pegoretti, ha rilevato con soddisfazione che i giovani sono molto più preparati e attenti alle tematiche legate all’Olocausto rispetto alla sua generazione, per anni “estranea all’esperienza dei lager”.

Il rischio che si precipiti nell’indifferenza è stato segnalato dal sindaco Alessandro Andreatta. Come i contemporanei furono indifferenti alla tragedia dell’Olocausto che si stava consumando davanti ai loro occhi, così oggi siamo spettatori distratti di fronte a tanti, troppi, drammi. Per il sindaco di Trento la Shoah è stata la più grande tragedia della storia umana, una caduta nell’abominio, segnato dalla pianificazione dettagliata del male nella sua totalità. Conseguenza di questo lo sterminio di uomini, donne, bambini, anziani, intere famiglie, ebrei, zingari, omosessuali, disabili, oppositori politici. “L’Olocausto ci urla in faccia che siamo fatti per l’alterità, il dialogo, il confronto, l’accoglienza dell’altro e la salvaguardia di ogni vita umana”.

A conclusione dell’incontro la ricercatrice Beatrice Primerano ha offerto un approfondimento sulla figura di Ernesta Bittanti Battisti. Come ogni anno il Comune di Trento ha scelto un personaggio cui dedicare la celebrazione del Giorno della Memoria. Quest’anno è toccato alla vedova di Cesare Battisti, menzionata non in quanto moglie dell’eroe irredentista ma per il suo impegno culturale e militante contro l’antisemitismo e le leggi razziali.













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