Smog, il divieto c'è ma non si vede

Rovereto, nessuno si è ricordato di mettere i cartelli del piano anti inquinamento


Luca Marsilli


ROVERETO. Nessun ripensamento, solo una dimenticanza. Nessuno se ne lamenterà ma il piano antismog che è entrato in vigore ieri mattina, come da ordinanza del sindaco del 7 novembre, diventerà efficace solo da giovedì. Perchè nessuno venerdì scorso ha collocato la segnaletica con i 3 giorni di preavviso necessari per rendere i divieti di transito operativi. Insomma, il divieto c'è ma non si vede. E quindi nemmeno si osserva. Lo sconcerto, ieri mattina, è stato di tutti. I vigili urbani, incaricati di far osservare i nuovi limiti, alle 11 non erano stati nemmeno informati del problema. Alla domanda «come mai non ci sono i cartelli di divieto» rispondevano con logica miltaresca: «devono esserci». In comune, fronte giunta, incredula amarezza. «Non ci sono i cartelli? Come non ci sono?» E via col telefonino in mano.

La sostanza, comunque, è questa. Le indicazioni con i divieti, indicanti estremi dell'ordinanza ed elenco dei veicoli la cui circolazione è limitata, vanno messi in tutti i punti in cui una strada «vietata» ne interseca una in cui invece èconsentita. Per esempio: corso Rosmini, direttrice di collegamento tra la provinciale per Terragnolo e la statale del Brennero, è tra le moltissime vie urbane esentate dallo stop per i vecchi veicoli. Ma non sono esentate via Fontana e via Paoli: all'ingresso di entrambe da corso Rosmini va messo il cartello col divieto. Vale per decine, se non centinaia, di situazioni analoghe: chi arriva da una strada sulla quale può circolare deve trovare una indicazione chiara ed univoca che gli vieti di entrare in un'altra strada.

Quindi senza cartelli, niente divieti. Sarebbe bello capire come possa essere successo. L'assessore Daicampi - per competenza toccava ai suoi uffici farli mettere - non commenta e ovviamente non fa nomi. «E' successo. Adesso li stanno mettendo ed entro domani dovrebbere essere collocati tutti. Coi tre giorni di preavviso necessario, vorrà dire che i divieti diventeranno operativi da giovedì o venerdì». Ma lo sconcerto dei cittadini - nel pomeriggio la storia del divieto fantasma era già diventata la barzelletta di tutti i bar - è comprensibile. C'è un'ordinanza che fissa i tempi. E si fanno le stesse cose da anni.

Parrebbe ovvio che ci fossero degli automatismi: ricevuta l'ordinanza l'ufficio che deve collocare la segnaletica si organizza, la ripesca dai magazzini e la fa mettere in strada. Invece l'automatismo stavolta si deve essere inceppato. E non è la prima che capitano cose analoghe nel settore delicatissimo della viabilità: quello che la gente vede direttamente e di più. Dalle strisce di piazzale Orsi rifatte in orario di punta al cantiere di via Manzoni aperto col cavalcavia di Sacco chiuso, per fare due esempi. Fosse un'azienda privata, si penserebbe che c'è qualcuno che lavora contro il proprio capo. Ma è il Comune. E si ironizza sprecando luoghi comuni ma senza fare dietrologie.













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