il sit-in di protesta

Scuola, i sindacati chiedono la stabilizzazione dei precari

Mentre ieri sono iniziate le immissioni in ruolo di 140 insegnanti, i sindacati si sono ritrovati fuori dalla sede della sovrintendenza per protestare


di Luca Pianesi


TRENTO. Mentre ieri sono iniziate le immissioni in ruolo di 140 insegnanti, i sindacati si sono ritrovati fuori dalla sede della sovrintendenza, in via Gilli, e hanno manifestato a sostegno di tutti i docenti rimasti precari. Un semplice 4% di tutti gli insegnanti stabilizzati, per la Provincia, un numero molto più alto, che tocca punte del 35% per i sindacati. «La Provincia sbaglia sui numeri - spiega Nicola Zuin del sindacato degli Stati generali - dice che sono in ruolo il 96% degli insegnanti della scuola trentina. Ebbene non è vero. Loro calcolano anche tutti i docenti che sono impiegati nelle fondazioni, nei centri di ricerca, negli enti più disparati. Ma la scuola è scoperta. In media sono il 25, 30 % i docenti precari, con punte che arrivano, in certi settori, anche il 35%. Praticamente un insegnante su tre è precario. Un dato, evidentemente, allarmante che mina alle fondamena il corretto funzionamento dell’istruzione trentina. Sia dal punto di vista sindacale, perché parliamo di migliaia di lavoratori precari, e sia dal punto di vista della didattica, perché non è garantita la continuità di docenza in mole classi e in molti istituti». Per questo i sindacati hanno manifestato compatti contro l’assessorato e la Provincia. E con loro erano presenti anche alcuni rappresentanti dei “precari di terza fascia”, quegli insegnanti che, pur eserciatando la professione di supplente da decine di anni, a oggi non sanno se i loro titoli di studio (ottenuti regolarmente e in passato abilitanti alla professione) gli saranno riconosciuti dall’amministrazione. «C’erano anche gli altri sindacati ieri - prosegue Zuin di Sgst -a protestare contro la Dalmaso. Ma noi siamo in polemica anche con loro. Cgil, Cisl e Uil, infatti, sono quelli che a dicembre hanno firmato i tagli al mondo della scuola di 8 milioni e 500 mila euro. Ebbene in quel caso l’avevano presenata come una vittoria perché, a detta loro, non si toccavano i lavoratori. Ebbene oggi protestano con noi, ma sono corresponsabili della situazione attuale».©RIPRODUZIONE RISERVATA













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