Scontro tra presidenti «Io incontro tutti» «No, questo è ricatto»

Rossi: «Grave, ma parlo anche con chi mi spara addosso» Dorigatti: «Offesa al Trentino, dialogo solo dentro le regole»



TRENTO. Linea della fermezza e linea della trattativa. Si possono riassumere così le posizioni assunte ieri da Bruno Dorigatti e Ugo Rossi, due approcci diversi che ieri hanno messo uno contro l’altro il presidente del consiglio e quello della giunta provinciale. Divisi nell’approccio da adottare con i manifestanti che hanno invaso l’aula.

Ugo Rossi il dialogante, che promette di incontrare gli occupanti. In aula, a fine dibattito, dichiarerà: «È stato commesso un reato grave e come tale sarà perseguito. Quanto accaduto può avere delle motivazioni, ma non ha una giustificazione. Una legge, pur da correggere come abbiamo già detto di voler fare, non può ammettere che si commettano reati». Poi, fuori dall’aula, ribadisce la sua linea: «Non si può interrompere il consiglio, ma io incontro tutti, anche chi mi spara addosso, per spiegare quello che intendiamo fare sui vitalizi. Non significa legittimare nessuno».

«Feroce», come l’ha definita lui stesso a fine mattinata, è la condanna di Bruno Dorigatti: «Questa è un’offesa non solo al consiglio ma al Trentino. Abbiamo sempre cercato il dialogo con chiunque abbia chiesto un confronto, ma deve avvenire dentro le regole. Mai nel passato abbiamo avuto comportamenti di questa gravità. Chi pensa oggi di fare dei distinguo commette un grave errore che pagheremo tutti. Non possiamo legittimare chi si comporta così», dice, e le sue parole sembrano tutte rivolte al presidente Rossi pronto a incontrare i manifestanti. «Non dobbiamo costruire fortini - continua Dorigatti - ma dobbiamo essere autorevoli». Bruciano le grida di scherno al «compagno presidente» da parte di chi ha militato nella Cgil. E la voce quasi si incrina quando dice: «Io qui sono più esposto di altri».

Per Giacomo Bezzi (Forza Trentino) «è stato violato il parlamento dell’autonomia», «quanto accaduto è un fatto grave che andava gestito in modo diverso, sospendendo il consiglio e andando a parlare con i manifestanti. Le forze dell’ordine non hanno tutelato l’aula perché non avevano il mandato di farlo». Per il capogruppo della Lega Maurizio Fugatti «la rabbia è comprensibile, ma è sbagliato che sfoci in quello che abbiamo visto. Ed è sbagliato che qualcuno, Rossi, abbia voluto fare la primadonna, è stato uno sgarbo nei confronti di Dorigatti». Durissimo nei confronti dei manifestanti il leghista Claudio Civettini: «Il loro è stato un atto di terrorismo nei confronti dell’aula. Qui non c’erano i lavoratori e i disoccupati, c’erano i figli della Nutella, quattro bischerelli mantenuti dai centri sociali». Confessa «disagio e dispiacere» il capogruppo del Patt Lorenzo Baratter, che incalza i 5 Stelle: «Attenti, col vostro linguaggio contro le istituzioni seminate odio». «Una brutta pagina da condannare», dice Mario Tonina (Upt), «non possiamo essere apostrofati come ladri». Ma Manuela Bottamedi (M5S) avverte: «La politica deve fare risposta a queste persone».

(ch.be.)













Scuola & Ricerca

In primo piano