Sciopero negli asili, mondo politico trentino in fibrillazione

Le scuole materne diventano un caso politico. Mentre nella Sala della Cooperazione sono attese 2.000 maestre per l'assemblea promossa dai sindacati, poco lontano si terrà un vertice straordinario della maggioranza


Jacopo Tomasi


TRENTO. Le scuole materne diventano un caso politico. Mentre nella Sala della Cooperazione sono attese 2.000 maestre per l'assemblea promossa dai sindacati, poco lontano si terrà un vertice straordinario della maggioranza nel quale consiglieri del Pd e del Patt chiederanno all'assessore Dalmaso che venga tolto dalla Finanziaria l'articolo 58 che modifica, in parte, la legge 13.

Come annunciato, praticamente tutti i 280 asili del Trentino resteranno chiusi. Il personale è preoccupato dalle notizie sulle modifiche alla legge 13 presenti in Finanziaria e parteciperà in massa all'assemblea proclamata da Cgil, Cisl e Uil. I sindacati hanno incontrato l'assessore provinciale all'istruzione, Marta Dalmaso, ma la riunione si è chiusa con un nulla di fatto.

Le tre sigle hanno avanzato una richiesta chiara: l'abrogazione dell'articolo 58 della Finanziaria provinciale. Solo dopo questo passo, sono disposti a trattare su altri aspetti (come la flessibilità e lo stipendio nei mesi estivi degli insegnanti a tempo determinato). Ma il pressing sull'assessore per togliere il discusso articolo non è arrivato solo dai sindacati.

La questione è piombata anche in consiglio provinciale. I consiglieri del Partito democratico Bruno Dorigatti e Sara Ferrari, assieme a Caterina Dominici (Patt) erano pronti a depositare un emendamento per togliere dal testo l'articolo 58 e, quindi, cancellare le modifiche apportate alla legge 13 sulle scuole materne. In extremis l'emendamento è stato bloccato ed è stata convocato un vertice straordinario di maggioranza per discutere la questione. Dorigatti, però, è chiarissimo: «Se non si toglie l'articolo, presentiamo l'emendamento». Insomma, la questione delle scuole materne scatena un vero e proprio caso politico in seno alla maggioranza e, ancor più, dentro il Pd.

La frattura è evidente, come ai tempi della riforma della scuola, con l'assessore Dalmaso sotto tiro. La posizione dei consiglieri Dorigatti e Ferrari, infatti, è identica a quella dei sindacati che Dalmaso accusa di aver interpretato male un articolo, generando allarmismo.

«Il sindacato - ha detto l'assessore - è normale che si preoccupi e drizzi le antenne quando c'è qualche modifica, ma non può generare disagio e malessere sulla base di interpretazioni affrettate perché poi non è facile tornare ad un clima sereno». Entrando nel merito ha sottolineato che «non c'è alcuna intenzione da parte dell'amministrazione di tagliare personale» e che «le risorse per gli organici delle scuole dell'infanzia sono rimaste invariate» (oltre 93 milioni di euro). Poi, ha chiarito che le compresenze «resteranno come adesso», ma ha anche ribadito che «alcune rigidità del sistema vanno riviste, favorendo la flessibilità».

Una parola che è alla base delle preoccupazioni dei sindacati che, come diranno in assemblea, temono uno smantellamento dell'intero sistema e taglio di posti di lavoro precari. L'assessorato, però, è convinto che vadano riviste le modalità di assegnazione dell'organico. «Non si può pensare che con 26 bambini un asilo abbia 2 maestre e 1 ausiliario e con 27 il personale raddoppi. Serve un ragionamento diverso».

Per avere questa flessibilità la Provincia è disposta a mettere sul tavolo sullo stipendio estivo degli insegnanti precari e gli ingressi a gennaio dei bambini che potrebbero favorire l'occupazione. I sindacati sono disposti a trattare, purché l'articolo incriminato sia tolto dalla Finanziaria provinciale.

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