Sciopero, manifestazioni a Trento

Presidio della Cgil davanti al Commissariato, mentre studenti e Cobas hanno dato vita a un corteo



TRENTO. Un presidio della Cgil davanti al Commissariato del Governo e un corteo dei Cobas, a cui si sono uniti i centri sociali, sono in corso nella mattinata a Trento per lo sciopero generale indetto per oggi. Pacata la manifestazione dei sindacati, qualche uova, petardi e vernice contro una sede della banca Unicredit sul percorso del corteo.

I Cobas sono partiti da davanti alla Facoltà di sociologia dell’università, mentre centri sociali, No-Tav e giovani di Area autonoma da davanti alla stazione ferroviaria. Insieme stanno arrivando davanti alle sedi della Provincia autonoma di Trento e della Regione Trentino Alto Adige.

Il corteo di Cobas, centri sociali e studenti per lo sciopero generale a Trento si è chiuso incatenando simbolicamente il portone principale della Provincia autonoma. Sul portone sono stati inoltre appiccicati manifesti con la scritta ’Dellai e Monti facce della stessa medaglia, No austerity’. Analoghi manifesti erano stati incollati su di una vetrina di una sede Unicredit sul percorso del corteo, con la scritta ’Save school, not banks, No austerity’ e ’Il vostro denaro è il nostro denarò. Davanti a Regione e Provincia, Sbm e Slai-Cobas hanno criticato con forza le politiche del Governo italiano in materia di lavoro, gli studenti medi e gli universitari quelle della scuola e della ricerca, i centri sociali la politica del Governo nel suo complesso. Hanno invitato inoltre a una manifestazione il 15 dicembre in solidarietà agli anarchici trentino accusati di terroristmo, a processo il 18 del mese.

La Cgil invece, al presidio davanti al Commissariato del Governo, ha ricordato come lo sciopero in Trentino sia stato esteso a 8 ore o all’interno turno, presenti Fiom e Flc. «Come ha ribadito anche il sindacato europeo - ha sottolineato Paolo Burli, segretario generale della Cgil del Trentino - l’austerità non funziona. Politiche coordinate e stringenti di aggiustamento della finanza pubblica rischiano di fare avvitare l’Unione in una spirale di recessione e deflazione che impoverisce le classi più povere e impedisce ogni forma di ripresa economica».













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