Sant’Orsola, debiti ripianati entro l’anno

Fabio Rizzoli non ha dubbi sul risanamento della Coop dei piccoli frutti: «Sarà una riorganizzazione senza licenziamenti»


di Carlo Bridi


PERGINE. «Una fase nuova per nuovi traguardi», è quella avviata dalla Cooperativa Sant’Orsola un paio di mesi fa quando in una fase di difficoltà estrema ha chiamato il manager, ex amministratore delegato del Gruppo Mezzacorona, Fabio Rizzoli in suo soccorso. «Si tratta di un passaggio epocale», ha ricordato Rizzoli, che con il suo stile lucido e inconfondibile ha subito messo il dito nella piaga, e ieri l'ha ribadito: «La Sant’Orsola ha la fortuna di avere nelle mani uno dei pochissimi prodotti che anche in questo difficile momento il mercato richiede, i piccoli frutti. Ma, per reggere la concorrenza internazionale e per poter liquidare un buon prezzo ai soci, è indispensabile organizzare l’azienda con un modello industriale, e il rinnovamento passa si attraverso le strutture ma, soprattutto, dalle persone che le guidano. Sono passati tempi dei pionieri, che pure hanno avuto un grande merito ora è indispensabile un’organizzazione diversa con costante controllo dei conti, e a dimostrazione di ciò ha presentato un piano di riorganizzazione aziendale che senza licenziare nessun collaboratore, può arrivare a un risparmio di 2 milioni e 200 mila euro l’anno. Questo ci permetterà di portare l’azienda in utile, a fronte dei 2.9 milioni di perdita con i quali si è chiuso l’esercizio del 2012; ma anche di retribuire meglio i soci».

La perdita è stata assorbita quasi completamente da una svalutazione patrimoniale, mentre ai soci è stato chiesta solo una riduzione sui prezzi dell’1%. «Ma i prezzi erano già tirati», ammette Rizzoli, durante l’incontro al quale erano presenti il presidente Silvio Bertoldi, in scadenza, ma che ieri è stato rinnovato, e del vice Gioacchino Trentinaglia. Oltre al risanamento l’obiettivo di questo esercizio è anche quello di pagare meglio i prodotti conferiti dai soci. Per questo Rizzoli prevede un nuovo vertice aziendale: un dirigente tecnico individuato nell’ingegnere di Caldonazzo, 35 anni, Matteo Bertolini per l’area tecnica, e un commercialista per il controllo di gestione. «Ma nel contempo - annuncia Rizzoli - abbiamo messo mano anche al settore marketing e commercializzazione, un settore ben presidiato». Ottimo è stato definito il lavoro del centro sperimentale di Vigolo Vattaro gestito da Marco Giacomelli, «che dovrà rimanere attivo fin quando S. Michele non sarà in grado di darci risposte complete e tempestive», precisa Rizzoli. I risultati già raggiunti per il lampone sono molto validi, e ora c’è l’impegno di trovare nuove varietà di fragole che si stacchino nettamente da quelle di pianura. Il Centro è in attivo, grazie alle “Royalty”.

«Per le importazioni dal Centro e Sud America - dice Rizzoli - si va verso una costante riduzione man mano che crescono i soci nel Sud Italia che quest’anno faranno un fatturato di 5 milioni di euro». E sul ricompattamento del settore in Trentino, Rizzoli spiega che «è auspicabile e possibile solo dopo che avremo ripreso il ruolo di leader che abbiamo perso».

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