pieve di bono

S. Martino torna a vivere con il lavoro dei volontari

PIEVE DI BONO. Da qualche giorno, ogni sera alle 20.15 precise, nuovi rintocchi dell'Ave Maria si odono nella conca della Pieve di Bono, accanto a quelli delle nove chiese. Provengono dalla...


di Enzo Filosi


PIEVE DI BONO. Da qualche giorno, ogni sera alle 20.15 precise, nuovi rintocchi dell'Ave Maria si odono nella conca della Pieve di Bono, accanto a quelli delle nove chiese. Provengono dalla campanella issata sul piccolo campanile in legno, eretto accanto alle vestigia dell'antica chiesetta di San Martino, sul dosso sovrastante il paese di Cologna, restituita alla devozione della gente dopo quasi un secolo di abbandono. Risalente al 1537, la piccola costruzione – dalla quale si ha uno sguardo di straordinaria bellezza sulla Valle del Chiese – ha conservato sino alla fine dell'Ottocento la sua struttura originaria. Allo scoppio della prima guerra mondiale la chiesetta venne bombardata e distrutta dai cannoni italiani posti sul monte Melino e i tentativi di ricostruzione dell'immediato dopoguerra non ebbero esito alcuno. Nei decenni successivi l'oblio e la vegetazione si posero sopra i ruderi della cappella di San Martino. Perdipiù, nel 1955 la Società Elettrica Bresciana, nell'ambito dello sfruttamento intensivo della valle e delle acque ai fini idroelettrici, vi costruì vicino un traliccio per l'alta tensione.

Due anni fa un gruppo di volontari di Cologna, si è messa al lavoro per un tentativo di recupero di quello che poteva emergere dell'antica chiesetta: esbosco e scavo di materiali. Verificata la presenza di reperti del manufatto, sono stati informati gli uffici della Soprintendenza provinciale i quali, dopo i consueti sopralluoghi tecnici hanno disposto lavori di pulizia dei ruderi, riportando alla luce le decorazioni sui muri perimetrali, il pavimento di cotto, il presbiterio,l'altare, l'abside e le pietre granitiche che formavano la volta dell'edificio. Con un ulteriore intervento si provvedeva all'intonacatura e di salvaguardia delle parti in muratura, con la costruzione di un tetto in legno. Nel frattempo arrivava anche la dichiarazione di "interesse culturale della chiesa di San Martino": musica per le orecchie di Paolo Franceschetti, impegnato da sempre nel volontariato ed anche vice sindaco della Pieve. «Questo primo recupero - osserva Franceschetti - ci ha invogliato a proseguire con altro lavoro: la pulizia dell'area circostante, la posa di una fontanella e l'installazione di un piccolo impianto fotovoltaico per consentirci di illuminare la chiesa e, successivamente, di realizzare un sistema automatico di attivazione di una campanella». Il coronamento di un lungo percorso di lavoro è avvenuto il giorno seguente la festa patronale di San Rocco, con il raduno della gente di Cologna sul colle di San Martino, nella cappella ritrovata. Qui, nel corso della funzione religiosa officiata dal parroco padre Artemio e accompagnata dal suono di un armonium e dalla corale di S.Giustina, veniva benedetta la torre campanaria in larice massiccio, dalla quale il suono serale della campanella rinnoverà il ricordo di San Martino.













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