Reddito di garanzia, fondi confermati

La Provincia stanzia 13 milioni di euro: lo scorso anno 5 mila beneficiari, 381 euro l’ammontare medio dell’assegno mensile



TRENTO. Erano 13 milioni nel 2013, altrettanti saranno quest’anno. Si tratta della somma che la giunta provinciale ha stanziato ieri per l'erogazione del reddito di garanzia, strumento di natura strutturale introdotto dalla Provincia nel 2009 per ridurre le condizioni di povertà determinate dalla crisi economica, per favorire l'inclusione sociale e per stimolare la partecipazione al mercato del lavoro. La delibera è dell’assessora alla salute e alla solidarietà sociale Donata Borgonovo Re e assegna appunto all’Apapi (l’Agenzia provinciale per l'assistenza e la previdenza integrativa) le stesse risorse su cui ha potuto contare nel corso del 2013. Lo scorso anno furono poco più di 10mila le domande accolte per circa 5mila beneficiari, ma attenzione: non significa che solo metà dei richiedenti ebbero l’assegno, tutte le domande vennero infatti soddisfatte visto che di norma vengono presentate due volte l’anno. Per garantire che l'assegno (che può arrivare al massimo a 950 euro mensili) sia erogato solo a chi effettivamente possiede i requisiti, tra i quali figura la residenza in Trentino da almeno 3 anni, Apapi ha attivato da oltre un anno forme di controllo informatizzate su tutte le domande che vengono presentate. Benché in vigore ormai da cinque anni, il reddito di garanzia introdotto dalla Provincia rimane ancora, nel panorama nazionale, un unicum. Al modello trentino stanno per altro guardando ora anche la Provincia autonoma di Bolzano e la Regione Valle d'Aosta.

Nel 2013 l’ammontare complessivo delle risorse pubbliche messe a disposizione per l’intervento è stato in realtà superiore: agli iniziali 13 milioni di euro messi a bilancio, si erano aggiunti a fine anno ulteriori 2,5 milioni, che hanno portato la dotazione totale a 15,5 milioni di euro. Con tali risorse, l’Agenzia ha potuto erogare l’assegno a quanti avevano perso il lavoro da poco tempo, a pensionati in condizioni di povertà e ad occupati con reddito insufficiente al sostentamento di tutta la famiglia. Circa 5 mila sono stati coloro ai quali il sostegno economico è stato erogato almeno una volta nel corso dell'anno: mediamente l'importo è stato di 381 euro mensili. Rispetto al mese di dicembre 2013 si registra un lieve calo nel numero dei beneficiari: da 3.093 nuclei familiari ai 2.979 di questo mese di luglio. Il reddito di garanzia viene erogato anche dalle Comunità di valle: in questo caso i beneficiari sono però diversi, ovvero disoccupati da lungo tempo o che, oltre a problemi economici, presentano fragilità di carattere sociale e che sono seguiti dai Servizi sociali territoriali. Per aiutare queste persone le Comunità hanno accolto lo scorso anno 1.200 domande erogando 2,2 milioni di euro, per un importo medio pari a 470 euro mensili.

Da più di un anno i controlli dell’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa, in particolare per quanto riguarda le verifiche sul requisito della residenza (almeno 3 anni) si sono fatti più puntuali, non più a campione ma su tutte le domande presentate. Ciò grazie alla possibilità di Apapi di accedere alla banca dati degli assistiti dal Servizio sanitario provinciale, assumendo come indicatore della residenza la data di iscrizione al Servizio sanitario. Un dato che emerge in automatico, senza bisogno di interrogare di volta in volta e per ogni singolo caso l’Azienda sanitaria. A breve la stessa modalità informatizzata di verifica riguarderà anche l'Agenzia del Lavoro, per cui sarà immediato, per ogni nuova domanda, l’accertamento sulla condizione lavorativa (occupato, oppure iscritto alle liste di disoccupazione) del richiedente.

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