"Ragazzi, bevete e guidate senza cinture"Codannato dj di Madonna di Campiglio

«Ragazzi, non mettete le cinture, bevete e spingete sull’acceleratore. Tutti con me, contro lo Stato»: per queste parole, pronunciate al microfono della discoteca Zangola di Madonna di Campiglio e trasmesse anche da un'emittente radiofonica, il dj salernitano Vincenzo Mammato è finito a processo per istigazione alla disobbedienza delle leggi sulla sicurezza e ordine pubblico: quattro mesi e pena sospesa



TRENTO. «Ragazzi, non mettete le cinture, bevete e spingete sull’acceleratore. Tutti con me, contro lo Stato». Queste parole sono state pronunciate la notte del 21 gennaio 2007 dal dj salernitano Vincenzo Mammato, ospite alla discoteca “La Zangola” di Madonna di Campiglio.

Parole forti, mandate in diretta dall’emittente radiofonica “Viva Fm”, che però sono costate allo speaker una condanna per «istigazione alla disobbedienza delle leggi sulla sicurezza e ordine pubblico». La sentenza era stata emessa dalla Corte d’appello di Trento ed è stata confermata nei giorni scorsi anche dalla Cassazione.

La vicenda giudiziaria di dj Vincenzo, certamente singolare, è anche piuttosto lunga e travagliata.
Nel luglio del 2008 il dj salernitano, difeso all’epoca dall’avvocato Andrea Antolini, era stato assolto dal giudice Giuseppe Serao del tribunale di Tione in quanto «il fatto non costituisce reato». La procura, però, aveva impugnato la sentenza facendo ricorso alla Corte d’appello, che ha stravolto il giudizio e condannato lo speaker per «istigazione alla disobbedienza delle leggi sulla sicurezza» alla pena sospesa di 4 mesi di carcere.

Questa volta è stato Mammato a fare ricorso in Cassazione, sostenendo che si trattava di «messaggi pronunciati in un contesto ludico e scherzoso» e che comunque «il mancato rispetto dei limiti di velocità e dell’obbligo di indossare le cinture sono illeciti amministrativi» che non si possono quindi riferire alle leggi sull’ordine pubblico.

La prima sezione penale della Cassazione, però, ha respinto il ricorso poiché istigare a guidare ubriachi o senza cinture di sicurezza è un reato, sopratutto se lo si fa «pubblicamente, e cioè con un mezzo di diffusione, la radio, diretto alla generalità», scrivono i giudici. «Queste - aggiungono - sono condotte che pongono fortemente in pericolo la sicurezza dei consociati, e vanno ricomprese nel concetto di ordine pubblico», concludono.

Quella della Cassazione è una sentenza che farà certamente discutere. Quel che è certo è che un deejay, in discoteca, dovrà limitarsi a metter su musica da ballare ed incitare la folla con qualche urlo festante, ma senza istigare i giovani a «bere per divertirsi», «correre in macchina» e «guidare senza cintura».

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