parità di genere

Quote rosa, il Tar accoglie la sospensiva

Rinviata la trattazione del merito al 18 novembre. Gianomena (Consorzio dei Comuni): c’è il tempo per modificare la legge


di Luca Marognoli


TRENTO. Sull’intricato meccanismo di calcolo delle quote rosa nelle giunte comunali il collegio del Tar di Bolzano, in via cautelare, ha confermato la sospensiva del provvedimento che imponeva ai sindaci “ribelli” di Glorenza e Cortina all’Adige di adeguarsi alle prescrizioni della legge regionale entro 30 giorni dall’entrata in vigore, pena il commissariamento. I giudici amministrativi hanno fissato al 18 di novembre la trattazione del merito, offrendo ai Comuni trentini lo spunto per invocare una soluzione legislativa entro quel termine. Lo afferma il presidente del Consiglio delle autonomie, Paride Gianmoena: «Considerata la data di fissazione dell’udienza, il legislatore ha il tempo di intervenire e modificare la norma. Non abbiamo nessuna intenzione di mettere in discussione le quote rosa ma di mettere mano al meccanismo dell’arrotondamento per eccesso sposando il principio matematico, in modo da eliminare le attuali forzature».

La vicenda è nota. I due Comuni altoatesini avevano impugnato la delibera della giunta della Provincia di Bolzano che li diffidava ad adempiere alle nuove disposizioni di legge: queste prevedevano che nelle giunte vi fosse “almeno” la stessa proporzione del consiglio. Ciò con arrotondamento sempre per eccesso, il che si traduceva - ad esempio - nella presenza di due donne su quattro membri di giunta (il 50%) quando in consiglio erano solo 4 su 12 (il 30%, pari a un rapporto di 1,3): una distorsione evidente.

Diverso il comportamento tenuto dai Comuni trentini. Niente ricorsi: il nodo era stato affrontato, a fine maggio, in una riunione del Consorzio con la partecipazione di Rossi e Daldoss. Questi ultimi si erano dimostrati sensibili alla questione e favorevoli a che fosse affrontata in consiglio regionale. In alternativa al criticato meccanismo dell’arrotondamento per eccesso, Gianmoena aveva proposto un semplice rapporto matematico (poi inserito in un disegno di legge a firma di Rodolfo Borga): attualmente il secondo assessore “scatta” se il rapporto è superiore a 1 (anche di un decimale) in consiglio comunale: quello che si chiede è che sia necessario superare l’1,5.

La materia è molto complessa, tanto che i due Comuni altoatesini, nei loro ricorsi, avevano invocato motivi diversi: uno evidenziava l’impossibilità di raggiungere un numero adeguato di donne, l’altro contestava la mancata proporzionalità.

Il presidente del Tar bolzanino con decreto aveva deciso una prima sospensiva, ora confermata dal collegio.













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