Pubblici, sanità integrativa gratuita

Firmato l’accordo per 41 mila dipendenti di Provincia, enti locali, scuola e sanità: per ognuno la Provincia verserà 128 euro


di Chiara Bert


TRENTO. Primo passo concreto verso la sanità integrativa per i 41 mila dipendenti trentini del settore pubblico: Provincia, enti locali, sanità, scuola. Ed è un passo decisivo per il decollo di Sanifonds, il fondo sanitario integrativo territoriale che dovrebbe costituire uno dei pilastri del futuro welfare provinciale. Tenuto a battesimo dal notaio l’8 luglio 2013, il fondo era partito tra mille resistenze e l’iniziale pesante defezione di Confindustria preoccupata per l’ulteriore carico sul costo del lavoro. E i due colossi - Cooperazione e Associazione artigiani - attendevano l’adesione dei dipendenti pubblici prima di rinunciare alle loro rispettive mutue provinciali.

Ora il passo è stato fatto: martedì all’Apran Provincia e sindacati del pubblico impiego hanno siglato l’accordo quadro.

Come funziona. I beneficiari sono complessivamente 41 mila. I dipendenti pubblici saranno iscritti d’ufficio a Sanifonds, ad eccezione di chi esplicitamente deciderà di non voler aderire. Sarà richiesto un contratto di lavoro di almeno tre mesi. Per sostenere l’adesione a Sanifonds Piazza Dante ha destinato nella Finanziaria 5 milioni 250 mila euro. Si tratterà di un versamento di 128 euro all’anno per ogni dipendente. Il lavoratore non avrà nessuna trattenuta in busta paga, l’intero importo sarà versato dalla Provincia. «Questa scelta - spiega Silvio Fedrigotti, attuale dirigente del dipartimento salute e solidarietà - è frutto di un accordo con i sindacati della scorsa legislatura. Si tratta cioè di una contropartita dei maggiori oneri fiscali a carico dei dipendenti pubblici, che non godono - a differenza dei lavoratori del privato - della detassazione sul salario di produttività». Una compensazione, dunque.

Le prestazioni. Il prossimo step per arrivare all’operatività del fondo, sarà riempire l’accordo di contenuti. Ovvero individuare le prestazioni di cui potranno godere gli iscritti alla sanità integrativa e il relativo tariffario. Si tratta del cosiddetto “nomenclatore”, che dovrà essere elaborato dal consiglio di amministrazione di Sanifonds, per poi tornare all’Apran per il via libera. «L’accordo produrrà la sua efficacia quando i soggetti firmatari avranno visto e approvato il contenuto del nomenclatore», chiarisce Gloria Bertoldi della Cgil, «il passaggio che abbiamo fatto vuol essere uno stimolo a stringere i tempi. Sanifonds è un’opportunità che allarga le prestazioni sanitarie per i lavoratori, ma il nostro via libera resta subordinato al contenuto delle prestazioni».

Operatività nel 2015. Per il sindacato, ora che l’adesione del settore pubblico che porta in dote 41 mila iscritti è realtà, non ci sono più alibi da parte degli altri comparti coinvolti, Cooperazione, artigiani, industriali, terziario. «Sanifonds dovrà elaborare la lista delle prestazioni e delle tariffe, prevediamo che il fondo sia operativo nei primi mesi del 2015», anticipa Fedrigotti. Anche se Bertoldi (Cgil) si augura che si possa partire già da settembre per quanto riguarda i lavoratori della scuola: «Bisognerà inoltre capire come può avvenire il versamento per i supplenti, che lavorano con molte interruzioni». E proprio la copertura dei discontinui, anche di chi perde il lavoro, resta uno degli obiettivi del sindacato.

Sostenibilità. La sostenibilità del fondo sarà garantita dalla massa critica territoriale. Ma Sanifonds dovrà poi scegliere se operare in autogestione, come mutua, o se affidarsi a un’assicurazione (attraverso un bando di gara) per far fronte alle richieste di prestazioni dei propri iscritti, soprattutto finché queste non saranno stimabili con un certo grado di affidabilità.

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