politica

Prima Commissione, sì al taglio dell’Irpef per i redditi inferiori a 15 mila euro

Via libera questa mattina con quattro voti a favore al disegno di legge per tagliare dello 0,73% l'addizionale Irpef



TRENTO. La Prima Commissione ha approvato questa mattina con quattro voti a favore, quello di Zeni (Pd) di Passamani (Upt), Lucia Maestri (Pd) e Kaswalder (Patt), il ddl sulla riduzione dell’ addizionale Irpef (taglio dello 0,73% per i redditi non superiori a 15 mila euro all’anno lordi) proposto dalla Giunta. Sospeso, su richiesta della stessa proponente, il ddl di Lucia Maestri sugli sgravi fiscali per iniziative culturali e di tutela del paesaggio da parte dei privati. Disegno di legge che Lucia Maestri ha voluto momentaneamente mettere nel cassetto in seguito ai rilievi emersi nel corso delle audizioni delle associazioni e degli enti culturali e dei rappresentanti della Cooperazione e degli albergatori e in attesa della presentazione delle linee di politica culturale dell’assessore Tiziano Mellarini.

Per Andrea Grosselli della segreteria Cgil e Lorenzo Pomini segretario della Cisl la riduzione Irpef per i redditi sotto i 15 mila euro è un segno positivo ma hanno auspicato, anche in vista del taglio permanente dell’Irpef promesso dal Governo, che rimanga un una tantum. Positivamente viene valutata, inoltre, la scelta di non sovrapporre la manovra Irpef della Pat al bonus fiscale di 80 euro di Renzi. Ma, ha detto Grosselli, in generale le riduzioni fiscali vanno valutate con oculatezza evitando che, in cambio di pochi euro al mese in busta paga, si compromettano gli investimenti soprattutto nei settori dell’innovazione.

Sulla necessità di non abbassare la guardia sulla ricerca Grosselli e Pomini hanno insistito molto. Il Trentino, ha ricordato il sindacalista della Cgil, investe per la ricerca il 2% del Pil (in massima parte si tratta di risorse pubbliche) una percentuale alta rispetto al resto d’Italia ma ancora lontana da quella della vicina Austria che per la ricerca e l’innovazione spende il 3% del Pil. La riduzione Irpef della Giunta rispetto alla prima versione, quella contenuta nella legge di assestamento di bilancio e che prevedeva una riduzione dello 0,33 per i redditi fino a 28 mila euro, permette un “risparmio” di 7 milioni di euro. Soldi, secondo il sindacato, che andrebbero investiti nelle politiche attive del lavoro. Soprattutto sui servizi all’occupazione, ha detto Grosselli, sul modello austriaco e dei paesi dell’Europa del Nord.

Positiva la valutazione anche di Bernardino Santoni della Federazione dei consorzi cooperativi. I sindacalisti hanno infine richiamato l’attenzione sull’Icef troppo spostata a favore delle famiglie monoreddito. Rodolfo Borga (Civica) ha detto invece che l’unica cosa positiva della riduzione Irpef della Giunta è che, rispetto a quanto previsto dall’assestamento (14 milioni di euro) si risparmiano 7 milioni. Il resto è ininfluente perché porterà a chi ha un reddito di 15 mila euro un beneficio di 30 centesimi al giorno. “Ciò vuol dire – ha affermato – che ogni tre giorni e mezzo avranno la possibilità di prendersi un caffè!” Infine, il consigliere ha criticato il sindacato perché da una parte auspica che non si facciano altri minitagli Irpef e dall’altra approva la scelta della Giunta. Luca Zeni (Pd), Presidente della Prima Commissione, ha invece affermato che, in un Paese come l’Italia che ha raggiunto il record mondiale del peso fiscale, ogni riduzione di tasse è ben accetta.













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