il blitz

Pizzinini, la finanza sequestra la villetta

Il decreto è per il mancato pagamento delle ritenute nel 2010 dei dipendenti Erta per un totale di quasi 129 mila euro



TRENTO. I sigilli sono solo «virtuali» ma sono ugualmente effettivi e sono stati apposti dalla guardia di finanza alla villetta di Roberto Pizzinini (presidente dell’Aci ma soprattutto l’uomo Mercedes in Trentino prima della serie di rovesci finanziari) a Sardagna. Un sequestro per equivalente da poco meno di 129 mila euro (128.600 per essere precisi) che sono l’esatto ammontare delle trattenute dei suoi lavoratori che - dice l’accusa - non sarabbero state versate con la dichiarazione dei redditi del 2011. E quindi riferiti al 2010. Un fulmine a ciel sereno per Pizzinini che è rimasto senza parole quando, ieri mattina, è stato convocato dalle fiamme gialle.

«La vicenda - spiega l’imprenditore - riguarda la società Etra che è in concordato dal 2011. Ed è da quell’anno che tutta l’attività viene svolta dal commissario giudiziale. Io ci sono sempre, ma il mio ruolo è quello di aiutare nella ricerca di tutto il denaro che si può recuperare per pagare i creditori. Io non possono fare nulla di effettivo, non posso disporre di nulla. E quindi i pagamenti del 2011 non mi possono riguardare. Il problema era già stato sollevato dall’Agenzia delle Entrate che lo aveva segnalato alla Finanza, ma per stato lo stesso commissario giudiziale a spiegare che c’erano le riserve necessarie per pagare quel debito. E sembrava che questa rassicurazione potesse bastare. Ma evidentemente così non è stato visto che ho in mano il decreto di sequestro».

Così Pizzinini. Secondo la procura - e il giudice Ancona che ha apposto la sua firma in calce al decreto - era necessario intervenire per «congelare» la situazione. Lo strumento del sequestro per equivalente, infatti, mira a impedire che l'impiego economico dei beni di provenienza delittuosa possa consentire al colpevole di garantirsi il vantaggio che era oggetto specifico del disegno criminoso. La confisca per equivalente, pertanto, trova il suo fondamento e il suo unico limite nel profitto derivato dal reato – non essendo commisurata in alcun modo né alla colpevolezza del reo, né alla gravità dell'illecito – e prescinde dalla pericolosità che in qualsiasi modo possa derivare dalla cosa o dall'uso della stessa. E nel caso specifico, secondo l’accusa c’erano quei mancati versamenti delle trattenute dei dipendenti per l’anno 2010.

«Non sono proprio cosa dire - prosegue Pizzinini - nel concordato le cose stanno andando nel migliore dei modi possibile. Stiamo raccogliendo tutti i soldi che è possibile recuperare a destra e a sinistra e direi che riusciremo a pagare tutti i creditori privilegiati e faremo del nostro meglio anche nei confronti dei chirografari. Entro all’anno ritengo che il concordato sarà definitivo. E per il caso in sè andrò dal mio avvocato e cercherò di capire meglio quanto è successo. Ma non mi aspettavo proprio questa decisione che ha riguardato la casa di Saradgna che, devo dire, sia io che la mia famiglia utilizziamo abbastanza frequentemente».













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