Picchiata, rapinata e sequestrata in casa / VIDEO

Notte da incubo a Gardolo per un’anziana di 82 anni. Un bandito l’ha segregata per un’ora e ha messo sottosopra tutto. Continuava a gridarmi: «Dammi i soldi o ti ammazzo»


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. «Continuava ad urlare: “Dammi i soldi e l’oro o ti ammazzo”. Mi ha rotto una lampada in testa e mi ha picchiato. E’ stato in casa mia un’ora e mezza e ha messo tutto a soqquadro». Il racconto di Agnese Bellamoli, 82 anni vedova di Gardolo, ricorda il film di StanLey Kubrick «Arancia meccanica». L’anziana ha vissuto un vero e proprio incubo, l’altra notte, in balìa di un delinquente che l’ha rapinata, presa a botte e sequestrata per oltre un’ora e mezza mentre metteva tutto a soqquadro. E tutto per un magro bottino: un orecchino, la fede dell’anziana e 200 euro in contanti. Il resto dei gioielli alla sfortunata Agnese era stato rubato un mese fa, quando sotto casa le è stata sottratta la borsetta nella quale teneva i ricordi più preziosi. Agnese vive da sola in una casetta singola che dà su via Brennero, davanti all’Internorm, in una traversa di via IV Novembre a Gardolo. Una casetta messa a ferro e fuoco dal rapinatore che ha rovesciato tutti cassetti, aperto le scatole con i ricordi e rovesciato persino la scatoletta dei cotton fioc in bagno. Cercava soldi e gioielli. Non li ha trovati, così si è accanito sull’anziana, vedova di Mario Bellamoli, storico radiatorista di Gardolo. Il bandito è entrato forzando la finestra che dà sulle scale. Una volta dentro è finito in una dispensa chiusa a chiave e ha rotto con un pugno la porta a vetri. Poi ha messo tutto sottosopra e, infine, ha svegliato e aggredito l’anziana.

Agnese, durante l’aggressione, è finita a terra ed è rimasta aggrappata al letto dalla paura per dodici ore fino a quando, ieri verso l’una del pomeriggio, non è il nipote che doveva pranzare con la nonna che ha chiamato il figlio di lei, Ivan. L’anziana era nella camera da letto, chiusa dentro a chiave. Ivan ha buttato giù la porta e ha trovato la madre ancora a terra. Era sotto choc e sconvolta. Perdeva sangue da una ferita profonda al capo. E’ stata portata all’ospedale Santa Chiara. Nel frattempo a Gardolo sono arrivati gli uomini delle volanti e della squadra mobile assieme dal questore Giorgio Iacobone. Agnese è stata raggiunta dalle due figlie e dalla nuora all’ospedale. La quarta figlia è accorsa da Mantova dove vive. L’anziana è stata prima medicata. Ha avuto bisogno di alcuni punti di sutura alla testa. Poi è stata sottoposta alla Tac. Era in evidente stato di choc, ma conservava ancora un grande coraggio e molta voglia di raccontare e far sapere quello che le è accaduto: «E’ stato un incubo. Era un uomo giovane, abbastanza alto. Parlava italiano, ma in maniera stentata. Per questo ho pensato che fosse straniero. Aveva una giacca a vento scura con il cappuccio tirato sulla testa, una sciarpa azzurra che copriva il volto fino al naso e i jeans. E’ entrato dalla finestra, ma non l’avevo sentito. Ha messo tutto sottosopra prima al primo piano e poi in mansarda. Ma io ori non ne avevo più dopo che mi avevano rubato quei pochi gioielli che avevo in dicembre. Così mi ha svegliato: era mezzanotte meno un quarto. Diceva: “dammi i soldi, dammi l’oro o ti ammazzo”. Io mi sono alzata ed ero terrorizzata. Mi ha tolto la fede e quasi mi strappava il dito - dice la donna mostrando il dito livido - mi ha tolto anche un orecchino, l’altro ha provato a prenderlo, ma non ci è riuscito. Sul comò avevo un collier e si è preso pure quello, ma non era soddisfatto. Voleva i soldi. Mi ha rotto in testa una lampada di ceramica e io mi sono tagliata in testa e sono finita per terra. A quel punto ha iniziato a tirare fuori tutti i cassetti. Io tremavo come una foglia e lo guardavo. Lui ha trovato 200 euro che avevo ritirato da poco. Ha rovesciato tutto in terra. Poi se ne è andato. Prima però mi ha minacciato. Ha detto che non dovevo aprire la finestra. Io ero in terra e ci sono rimasta per 12 ore, non riuscivo ad alzarmi. Le gambe mi tremavano e scivolavo. Poi è arrivato mio nipote. Adesso in quella casa non voglio tornarci a vivere da sola. Già mi hanno rubato la borsa. Gardolo è troppo insicura».

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