Picchia la compagna quasi cieca

Un operaio trentino di 45 anni è finito a processo per le botte alla convivente



TRENTO. Avrebbe picchiato la sua compagna facendola cadere più volte e dandole anche un pugno in pancia talmente forte da farla svenire. E tutto questo senza avere nessuna pietà per il fatto che la donna fosse ipovedente, quasi cieca. Anzi ne approfittava spingendola a terra e facendole perdere l’equilibrio. Poi dava la colpa proprio all’handicap di lei. Per questo un operaio trentino di 45 anni residente in collina, è finito a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. L’uomo è difeso dall’avvocato Mirella Cereghini e respinge ogni accusa. La sua ex convivente si è costituita parte civile ed è difesa dall’avvocato Elena Biaggioni. Nel corso della prima udienza davanti al giudice la donna ha testimoniato raccontando per più di un’ora l’incubo che ha vissuto.

La donna ha spiegato che la relazione con quell’uomo di undici anni più giovane di lei era iniziata nel 2010. Entrambi lavorano nella stessa ditta, lei come impiegata e lui come operaio. All’inizio erano tutte rose e fiori. L’uomo era di una gentilezza unica. Corteggiava la donna e la viziava con piccoli regali, pensieri carini e una tenerezza non comune. Così i due sono andati a vivere insieme, ma dopo pochi giorni tutto è cambiato. L’uomo ha iniziato a essere scostante, freddo. Sottoponeva la donna a mille piccole torture piscologiche. Approfittando del fatto che la donna fosse ipovedente, le faceva scherzi crudeli. Le porgeva delle cose, come piatti o bicchieri, e poi li faceva cadere prima che lei li potesse afferrare. Poi la sgridava e dava la colpa a lei. Poi le metteva sulla sua strada sedie o il tavolo in modo tale che la donna non potesse evitarli. In quel periodo la poveretta era tutta un livido. In alcuni casi, quell’uomo che diceva di volerle tanto bene, la spingeva a terra facendola cadere e poi, come sempre, le dava la colpa. In un caso, visto che lei era caduta, l’ha presa in braccio per farle salire le scale, ma poi l’ha lasciata cadere di botto con la scusa che lei era troppo ingrassata. Ma l’uomo non si fermava qui. Ossessionava con la gelosia la sua compagna, le impediva di avere qualunque amicizia o anche semplice conoscenza sul lavoro. la picchiava con pugni in testa, schiaffi, spinte. Una volta, poi, quando la donna lo ha trovato nell’orto della casa di suo padre insieme a un’altra donna, lui le ha dato un pugno in pancia talmente forte da farla svenire. Così sono emersi tutti i referti medici anche degli episodi precedenti ed è partita l’indagine che è sfociata nel processo.

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