Pergine: Susà rilancia il consorzio irriguo

Il "Cmf" della frazione prova a costituire quello di "2º grado"


Roberto Gerola


PERGINE. Dopo oltre dieci anni si riprova a costituire il secondo grado dei consorzi di miglioramento fondiario del Perginese. Per risparmiare acqua, per trasformare l'impianti, dove possible, da girandola a goccia. Promotore è Mauro Bianchi presidene del Cmf Susà che è un po' il capofila degli analoghi enti che operano a Canale e Costasavina con Roncogno. Interessati sono anche i Cmf Madrano e Canzolino (presidente Petra Oss), ma anche quello di Castagné (Elio Stelzer) Si autoesclude l'Agro irriguo perginese (presidente Livio Mariz), l'unico che non ha il problema di dover pompare l'acqua per l'irrigazione in quanto utilizza una derivazione del Fersina per caduta e quindi con molte minori spese rispetto ai consorsi del conoide della Marzola.  Si riprova con una riunione generale convocata per domani alle 20 nella sala del teatro Artigianelli di Susà. Mauro Bianchi ha annunciato che, come relatori sono stati chiamati tecnici della Provincia per illustrare l'iter e i vantaggi del "secondo grado" specialmente in termini di finanziamenti delle opere di adduzione, ma anche tecnici che parleranno di impianti con riferimento al progetto di Sergio Rosati (anche lui sarà presente). Un progetto quest'ultimo che si è rivelato più che altro uno studio su tutta l'area perginese, ma la cui fattibilità è stata messa in discussione più volte sia per i costi, sia per complessità delle strutture da realizzare. Tant'è che Susà aveva, fin da subito proposto una semplificazione del progetto, proponendo la realizzazione di alcune parti dell'impianto, riducendo di fatto costi, tempi e soprattutto strutture.  Molto polemico nei confronti del progetto si era detto l'Agro Irriguo Perginese, anche perché, i terreni coltivati sul fondo valle sono in una situazione diversa rispetto al conoide della Marzola, alla zona di Castagné e alla realtà dell'Oltrefersina con Madrano, Vigalzano e Canzolino (quest'ultima servita dal Lago Pudro). Livio Mariz aveva avuto più di un'occasione per esprimere perplessità e soprattutto proposte alternative per altro non condivise nemmeno all'interno dell'Agro Irriguo. Anche perché, si dice dentro l'Agro irriguo, la situazione vede prevalere alcuni coltivatori diretti con ampie coltivazioni. Per questo, c'è chi spinge per attendere la volontà di questi principali coltivatori prima di decidere sul da farsi. Per intanto l'acqua c'è, e ci sarà almeno fino al 2018. Ci sono altri aspetti che non si possono ignorare: non ci sono molti "ricambi" nell'Agro irriguo, e poi l'urbanizzazione della piana perginese. Il canale irriguo principale corre ormai in mezzo agli edifici, ed è affiancato da stabilimenti e case di abitazione. Poi ci sono i contadini a part-time che premono per veder edificabile il loro terreno agricolo. Una soluzione? Si accontenterebbero di un nuovo canale irriguo che serva l'Agro Irriguo fino a Canezza con le bocche di utenza che permetteano l'uso dell'acqua a pioggia o a goccia secondo le necessità.













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