il caso

Pensplan, perquisizioni per l’inchiesta vitalizi

Gli uomini della guardia di finanza anche nell’ufficio di presidenza del consiglio regionale alla ricerca di tutto il materiale sul bando e sulla perizia Tappeiner



TRENTO. Nuove perquisizioni e nuove acquisizioni di materiale negli uffici di Pensplan Centrum a Bolzano, nell’ufficio di presidenza della regione a Trento e in quello della segreteria (sempre del consiglio regionale) a Bolzano, nell’ambito dell’inchiesta sui vitalizi. Il blitz della guardia di finanza è scattato attorno alla 9 di ieri mattina e ha occupato gli investigatori per diverse ore. Investigatori del nucleo di polizia tributaria che erano interessati non solo alla documentazione cartacea ma anche a quella elettronica. E in particolare alle e-mail. Ma cosa cercavano? Il comandante provinciale, il colonnello Fabrizio Nieddu, si limita a confermare le perquisizioni ma tiene in massimo riserbo sull’indagine in sè. Dalla procura, e in particolare dal procuratore capo Giuseppe Amato, si viene a sapere che era un «acquisizione atti» già prevista e non necessaria in seguito agli interrogatori (a Tomazzoni e a Thaler) che ci sono stati nelle settimane scorse.

Quello che appare certo è che la ricerca sia stata limitata a dei documenti ben specifici e in particolare a tutta la documentazione relativa al fondo Family e all’assegnazione della gestione del fondo a Pensplan Invest e alla consulenza Tappeiner. Da una parte quindi i finanzieri si sono messi alla caccia del materiale - sia in formato digitale che in formato cartaceo - sulla creazione del bando di gara europeo per la gestione del fondo. E dall’altra hanno acquisito tutto quello che aveva a che fare con la perizia. Perizia che si trova già nei faldoni dell’inchiesta. In particolare si andrà a scandagliare l’eventuale corrispondenza Tappeiner e Thaler, alla ricerca del cosiddetto elemento psicologico, ossia se ci sia stata la consapevolezza di compiere un reato. E quindi se da parte dell’ex presidente del consiglio regionale ci siano stati degli interventi attivi per portare il consulente ad una perizia che fosse favorevole. E che quindi facesse lievitare le entrate. Un lavoro lungo quello dei finanzieri che come detto gli ha occupati per oltre otto ore in particolare per l’acquisizione del materiale dai supporti informatici. Ora tutto quello che è stato preso sarà analizzato e solo in un secondo momento - se ci si renderà conto della necessità di farlo - sarà fata una perizia su questo tipo di materiale. Sul fronte degli interrogatori, l’unico che fino ad ora non si è presentato è Gottfried Tappeiner ma non per mancanza di volontà ma in virtù di un certificato medico conseguente ad un intervento chirurgico. Rosa Thaler Zelger è stata sentita nelle scorse settimana ma l’incontro negli uffici del comando provinciale delle fiamme gialle a Trento è durato solo pochi minuti. Giusto il tempo di verbalizzare il «mi avvalgo della facoltà di non rispondere» dell’ex presidente. Molto più lungo è stato invece l’interrogatorio di Stefano Tomazzoni, commercialista e presidente di Pensplan Invest che ha lasciato gli uffici della caserma dopo quattro ore, in cui ha risposto alle domande degli investigatori assieme ai suoi due avvocati

Ricordiamo le accuse nei confronti dei tre indagati. Per Rosa Thaler e Tappeiner vengono ipotizzati i reati di truffa aggravata e abuso d'ufficio in concorso tra di loro. La truffa è aggravata perché in danno di un ente pubblico. All'ex presidente del consiglio regionale e a Tomazzoni, come detto, viene contestato il reato di turbativa di gara d'appalto in concorso tra di loro.

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