Parco Adamello, in 11 citati a giudizio 

All’ex direttore Bartolomei e alla sua giunta, la Procura contabile contesta l’acquisto di un “super” hardware inutile



TRENTO. La Procura Regionale della Corte dei Conti cita in giudizio l’ex direttore del Parco Adamello Brenta, Silvio Bartolomei, l’ex sostituto direttore del Parco, Massimo Corradi e gli allora componenti della Giunta esecutiva Joseph Masè, Floro Bressi, Fausto Cattani, Ruben Donati, Matteo Masè, Matteo Motter, Ivano Pezzi, Bruno Simoni, Stefano Zanini. Avrebbero commissionato, per il Parco, un sistema informatico e consulenze per un valore di oltre 62 mila euro, all’epoca della direzione dello stesso Bartolomei. I fatti risalgono al 2016, al tempo in cui direttore del Parco era Bartolomei, padovano che ricoprì l’incarico dagli inizi del novembre 2016 per poi dimettersi a metà del mese di gennaio dell’anno successivo. L’esposto all’origine dell’indagine avrebbe evidenziato un conflitto di interessi: direttore padovano, società di fornitura servizi telematici padovana, la “Hbt Sa S.r.l”, in seno alla quale, tra l’altro, Bartolomei avrebbe avuto anche un rapporto di affari. Un primo pacchetto d’acquisto avrebbe riguardato l’incarico e lo strumento web del valore di 38. 552 mila euro; costo annuale di noleggio della soluzione, ripartito in licenze, costi strutturali e per le attività. La fatturazione, al momento dell’installazione dei prodotti; consuntivo mensile per le attività.

A questo pacchetto sarebbe seguito un ulteriore stanziamento di 23. 615 euro per l’approvvigionamento dell’hardware necessario ad integrare la struttura informatica. L’ente Parco, secondo quanto emerge dall’indagine, non avrebbe avuto effettiva necessità di un tale sistema. Non solo, non avrebbe mai fatto alcuna verifica circa la reale necessità di questi prodotti, o sulla loro adattabilità alla strumentazione informatica già in possesso da parte dell’ente. Acquisti di tale rilevanza economica, dunque, non avrebbero avuto ragion d’essere. Nemmeno si sapeva, al tempo, se potessero essere, di conseguenza, utili al miglioramento del lavoro interno. Il sistema, venne rilevato, non era mai stato completamente operativo. Necessitava di ulteriori hardware e, di fatto, non aveva un destinatario. L’ ente Parco era carico di lavoro, anche in quel periodo, otre che sotto organico. Si trattava quindi di servizi che non solo erano stati forniti senza entrare appieno in funzione, ma che andavano anche, progressivamente, implementati. All’entrata nel Parco del direttore Bartolomei, pare che le spese e gli incarichi lievitassero. Il sostituto direttore del Parco, Massimo Corradi, avrebbe avvallato le ingenti spese, minore sarebbe la responsabilità dei componenti dell’allora Giunta esecutiva. (f.q.)















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