Ospedale, almeno un anno di ritardo per il Not

Borgonovo Re: «La sentenza del Consiglio di Stato non arriverà prima della fine del 2014». L’Impregilo ha già fatto ricorso



TRENTO. I più ottimisti dicevano che Trento avrebbe avuto il nuovo ospedale entro il 2018. Pie illusioni. Dopo la sentenza del Tar di Trento che ha accolto il ricorso contro la gara d’appalto vinta dalla cordata guidata dall’Impregilo, i tempi slittano e di molto. Lo ha detto ieri l’assessore alla Salute Donata Borgonovo Re durante un incontro con la quarta Commissione del Consiglio provinciale. L’assessore ha spiegato che, anche nella più ottimistica delle ipotesi, il Consiglio di Stato non si pronuncerà prima della fine del 2014. Quindi prima di allora quasi tutto l’iter resta fermo. L’assessore ha spiegato che si stanno attendendo le motivazioni della sentenza del Tar, in una situazione giuridica complicata dal fatto che Impregilo ha presentato ricorso al Consiglio di Stato che, molto probabilmente, non si esprimerà prima della fine del 2014. Difficilmente, però, la Provincia partirà prima della pronuncia dei giudici di secondo grado, anche nel caso in cui dovesse essere concessa la sospensiva. Una decisione cautelare non arriverebbe prima di marzo. Comunque, anche se fosse positiva per la Provincia, al massimo gli uffici potrebbero procedere ad alcuni atti preparatori, ma piazza Dante non firmerà i contratti. L’assessore ha detto che non sono state ancora pubblicate le motivazioni della sentenza del Tar. Quindi i tempi si allungano: «Siamo in una sorta di limbo. Ma la questione è strettamente giuridica non politica». Rispondendo alla richiesta di Walter Viola di fare comunque ricorso contro decisione del tar di Trento, l’assessore ha affermato che prima si devono attendere le motivazioni della sentenza.

Giacomo Bezzi ha chiesto all’assessore se i legali della Pat hanno valutato i tempi e gli eventuali costi per risolvere questa situazione. Donata Borgonovo Re ha risposto che sulla vicenda processuale l’avvocatura sta valutando tutte le opzioni. Quindi c’è anche l’ipotesi che la Provincia facci ricorso anch’essa alla sentenza del Tar , ma prima bisogna leggere le motivazioni. Il Tar Lombardia, ha ricordato l’assessore, ha emesso una sentenza che va nella direzione contraria a quella, stando almeno al dispositivo, del Tar di Trento. Il che significa che la questione è quantomeno controversa.

«Comunque, - ha affermato in conclusione Donata Borgonovo Re - possiamo utilmente usare questa attesa capendo quali contenuti dovremo dare al nuovo ospedale trentino e come si collegherà alla rete ospedaliera».

Durante l’incontro, il direttore generale dell’azienda sanitaria Luciano Flor ha ripercorso la storia del nuovo ospedale ed ha fatto il quadro sul Santa Chiara. Ospedale sorpassato ma non certo cadente. La struttura del Santa Chiara, ha detto Flor, anche se ha avuto ed ha una manutenzione continua, ha caratteristiche strutturali per le quali renderlo funzionale, a ospedale funzionante, è quasi impossibile. E’ una struttura di 110 mila metri quadri di 40 – 50 anni (e molti ospedali di questa generazione sono in via di dismissione) che non ha più un suo baricentro per l’organizzazione delle attività.

Il consigliere Nerio Giovanazzi ha ricordato che lo Stato, alcuni anni fa, finanziò la ristrutturazione del S.Chiara attraverso una scala di interventi che andavano dal più leggero, al medio al pesante. Si scelse soluzione media che venne finanziata per 130 miliardi di lire, ma si è arrivati a 150 – 160. Perché, si è quindi chiesto Giovanazzi, dopo un intervento così pesante, serve un altro ospedale?

L’assessore Borgonovo Re e Flor hanno anche parlato della Protonterapia. E’ stato detto che il primo paziente dovrebbe essere trattato a metà anno. Attualmente si sta lavorando a calibrare il fascio di protoni. L’investimento per la Provincia è notevole: il costo, al dicembre 2013, è di 104 milioni di euro, ai quali va aggiunto il canone per 15 anni di 92 milioni e 900 mila euro, cioè 516 mila euro al mese.













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