Orari dei docenti, al via un mese di proteste

Scuola, sindacati sul piede di guerra contro l’aumento delle ore di lavoro ai prof: «Sospendiamo tutte le attività non obbligatorie». Sciopero il 24 novembre


di Luca Pianesi


TRENTO. A partire da oggi il mondo della scuola è in stato di agitazione. Gli insegnanti di elementari, medie, superiori, quelli delle scuole d’infanzia e tutto il personale Ata, infatti, sono invitati dai sindacati di riferimento Uil, Cisl, Gilda e Antes a “sospendere ogni attività non obbligatoria e a iniziare una campagna di informazione, tramite lettere e e-mail indirizzate ai ministri, agli assessori competenti e ai mezzi di comunicazione”. “Protestiamo contro la norma inserita dal Governo nel disegno di stabilità – spiega Pietro Di Fiore segretario provinciale Uil Scuola – che prevede l’innalzamento a 24 ore settimanali dell’orario di lezione del personale docente. E il tutto senza un aumento di retribuzione. In questo modo abbiamo calcolato che si verrà a perdere circa un terzo del personale in servizio. Oggi sono previste 18 ore settimanali, ma queste non tengono conto dell’enorme mole di lavoro che sopporta un insegnante in orario extra-scolastico quali udienze, corsi di formazione, riunioni, aggiornamenti, correzione compiti e verifiche”. E il coordinatore provinciale della Gilda degli insegnanti, Isaia Iorfida, aggiunge: “Noi siamo disposti a negoziare un protrarsi degli orari lavorativi fino a 30 ore settimanali suddivisi, però, nelle canoniche 18 ore frontali e in 12 extra, facendo emergere l’attività sommersa dei docenti e riconoscendogliela contrattualmente”. Altro motivo di agitazione riguarda il compenso del personale amministrativo. Per Ennio Montefusco, della Antes Scuola, “questa spending review prevede una generale e ingiustificata diminuzione degli stipendi, anche per il personale Ata”. “Qui in Trentino – completa Montefusco - la protesta sarà particolarmente intensa perché Dellai ha prospettato la possibilità di affidare ai privati la pulizia degli istituti pubblici. Noi ci opponiamo con fermezza a questa ipotesi di esternalizzazione e ci opponiamo al taglio dell’1% previsto dalla Provincia alle risorse finanziarie messe a disposizione della scuola statale”. Sul tavolo della discussione ci sono anche il recupero di validità dell’anno 2011 per le progressioni economiche e di carriera del personale scolastico e l’avvio delle procedure per le assunzioni nelle scuole dell’infanzia. “I sindacati a livello nazionale sono compatti – dice Antonietta Pellegrino, dirigente della Cisl Scuola del Trentino – e speriamo che la Cgil si unisca alla protesta anche qui in provincia. Cosa accadrà in questo mese? Che gli insegnanti sospenderanno ogni attività non obbligatoria così da rendere evidente quanto contano le decine di ore non frontali che ognuno sostiene. Poi ci saranno le lettere di protesta invitate a ministri e assessori di riferimento, che in questo modo saranno informati sullo stato delle scuole direttamente da chi vi lavora. Sospenderemo le relazioni sindacali con il ministero e il 13 novembre, in Trentino, abbiamo previsto una serie di assemblee, in tutte le scuole della provincia, in orario di servizio. Infine il 24 novembre, per tutta la giornata, si terrà lo sciopero. A Trento ci sarà la manifestazione del corpo docenti, a Rovereto quella del personale Ata e a Riva quella delle scuole dell’Infanzia. Era dai tempi della Gelmini – conclude Pellegrino -, ottobre 2008, che non si vedeva una protesta di queste dimensioni”.













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