Not, stanze comfort a uno o due letti / VIDEO

Pacher e Rossi hanno mostrato il progetto del nuovo ospedale al consiglio comunale di Trento



TRENTO. «La collocazione urbanistica, sull’area delle ex caserme Bresciani e Chiesa, mette il nuovo ospedale al riparo dall’essere in futuro inglobato in un contesto residenziale, com’è avvenuto per il S.Chiara in Bolghera». Così il presidente della Provincia Alberto Pacher ha aperto, ieri sera in consiglio comunale, la seduta informativa dedicata al Not, opera destinata ad avere un grosso impatto sulla città. Pacher ha anche rassicurato sul potenziamento della mobilità pubblica a servizio del nuovo ospedale, che è oggetto di un confronto con il Comune e prevede tra l’altro la realizzazione di un sottopasso al posto del cavalcavia di Ravina e il riutilizzo della ferrovia.

L’assessore alla salute Ugo Rossi - affiancato dai dirigenti Raffaele De Col e Livia Ferrario e dal direttore dell’Azienda sanitaria Luciano Flor - ha ripercorso le tappe che hanno portato all’appalto del Not: la scelta di realizzare un nuovo ospedale per gli «oggettivi limiti di spazi e di flessibilità del S.Chiara», il modello di finanziamento del project financing per accelerare i tempi e responsabilizzare il vincitore, il nuovo modello organizzativo non più rigido per reparti ma per aree più ampie e per intensità di cura. Per quanto riguarda i servizi, saranno esternalizzati solo quelli già oggi appaltati all’esterno ad eccezione della cucina che rimarrà interna per garantire una miglior qualità. Con l’aiuto di rendering, l’ingegner De Col ha mostrato come sarà strutturato il Not, dal parcheggio interrato da 1600 posti alla zona commerciale al primo piano, ai piani per i degenti per un totale di 610 posti letto che potranno salire a 712 senza ulteriori lavori. Le stanze saranno a uno o due posti, con bagno, «con una grande attenzione al confort dei pazienti», ha spiegato il direttore Flor. Per esempio in pediatria è previsto un letto aggiuntivo per un familiare.

Molte le domande arrivate dai consiglieri, dai rapporti con gli ospedali periferici alle ricadute dell’appalto (vinto da Impregilo) per le imprese trentine, dagli spazi per la formazione alla garanzia di appartamenti o sistemazioni per le famiglie dei bambini costretti a sottoporsi a lunghe terapie.

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