Not, dopo Pizzarotti ricorre anche Cmb

E intanto il Tar emana un’ordinanza che obbliga la Provincia a fornire tutta la documentazione alle parti in causa


di Luca Pianesi


TRENTO. «Il ricorso di Cmb? Ce lo aspettavamo, è nel normale stato delle cose». L'assessore provinciale alla salute e alle politiche sociali, Ugo Rossi, non si scompone alla notizia del secondo ricorso, dopo quello della cordata Pizzarotti, depositato al Tribunale Amministrativo di Trento contro la decisione della Provincia di aggiudicare il mega appalto del Nuovo Ospedale del Trentino (Not) alla cordata di imprese guidata da Impregilo. Ma nei fatti è una nuova tegola che si abbatte su quel project financing che, spalmato sui 30 anni di costruzione e gestione della struttura, costerà alle casse dei trentini un 1 miliardo e 800 milioni di euro, circa l’equivalente della prima rata dell’Imu nazionale. Ma i problemi, per l’amministrazione non si fermano qui. Il Tar, infatti, due giorni fa ha dato già parzialmente ragione a Pizzarotti in merito all’accesso alla documentazione completa della gara d’appalto. Nel suo ricorso la cordata che s’è posizionata terza nella gara per l’aggiudicazione dell’appalto, dietro quindi alla vincitrice Impregilo e a Mantovani, davanti, invece, a Cmb, oltre a chiedere l’annullamento di tutta la procedura di assegnazione, chiedeva anche che le fosse riconosciuto il diritto di visionare i documenti di gara. Pizzarotti, infatti, aveva chiesto, in data 11 aprile, di accedere a gli atti che riguardavano l’appalto. Anche perché molte delle questioni meno chiare potrebbero sciogliersi solo con la visione dei verbali e degli atti originali. Su tutti quella che riguarda la nomina di Giuseppe Comoretto a responsabile del Progetto Not, che prima aveva lavorato per 12 anni proprio in Impregilo con incarichi dirigenziali nell’ambito del project financing; o ancora quella delle due vesti indossate, a detta della stessa Provincia (comunicato stampa numero 3555), da Luciano Flor e Livia Ferrario commissari esaminatori delle offerte e al tempo stesso predisponenti del bando di gara (illegittimo ai sensi dell’art 84 del Codice degli Appalti).La Provincia, però, decorso il termine fissato dalla legge di 30 giorni per rispondere, non ha dato seguito all’istanza violando, secondo Pizzarotti, il principio di difesa. E il Tar ha «ritenuto di accogliere, al fine di decidere - così si legge nell’ordinanza indirizzata dal Tribunale alla Provincia - l’istanza», pertanto l’amministrazione dovrà depositare tutti gli atti della gara, compresi quelli preparatori e propedeutici alla stessa. «Gli atti erano pubblici già prima - commenta Rossi - erano su internet. Ma glieli forniremo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano