Nicola, l’ingegnere che in Laos progetta case sugli alberi 

La storia. Gasperini, 32 enne di Cles, ha fatto dell’ecoturismo un lavoro e una scelta di vita: «La foresta sta soffrendo, molti incendi e alberi secolari tagliati per il commercio di legname pregiato»


Giorgio Dal Bosco


trento. Straordinario e originale il 32enne Nicola Gasperini di Cles, laureato in Ingegneria Edile Architettura all'Università di Trento. Ha impiegato poco tempo per capire cosa voleva fare da grande: non progettare edifici e ponti ma difendere l'ambiente facendo capire che l'eco-turismo è “un mezzo potente e vincente per creare economia rispettando l'ambiente. Il problema? Sta tutto nel cambiare ottica.”

Poco tempo, si diceva, durante il quale ha fatto il consigliere comunale, si è dedicato alla musica, all'arte, alla montagna e all'idea della costruzione di case sugli alberi a supporto di un più ampio quadro di sviluppo montano. In testa aveva l'idea fissa di contribuire alla salvaguardia del pianeta. La politica con i continui compromessi non faceva per lui. L'idea dell'avventura, invece, quella sì, era ed è nelle sue corde sentimentali ancor di più se coniugata con la aspirazione ecologica.

Così nel 2014 “prendo un biglietto di sola andata per Bangkok” in quanto “L'Asia era la meta che mi attirava di più per la sua veloce crescita”. Per cinque mesi su e giù tra Thailandia, Laos e Vietnam Nicola ha fatto piccoli lavori utili e originali tra cui una vasca di deprivazione sensoriale, una casa incubatrice per funghi, bungalow in paglia e argilla.

E arriva il giorno della svolta professionale ed esistenziale, complice un fotografo colombiano che gli mostra un reportage fotografico della giungla di quei posti tra cui, guarda caso, immagini di case sugli alberi a diversi metri di altezza. Sono le case più alte del mondo circondate da gibboni, macachi e molte specie rare di animali. A Nicola sembra d'essere tornato indietro di qualche anno quando già pensava – ma l'idea era naufragata di fronte alla indifferenza dei suoi interlocutori - alle case sugli alberi.

Qui comincia davvero la sua avventura di uomo (e professionista) per l'ecologia declinata con l'ecoturismo. Basti pensare che tanto è il suo entusiasmo che negli ultimi quattro anni è tornato velocemente in Italia soltanto due volte.

Lavora per la Gibbon Experience, la compagnia che fa ecoturismo (150 dipendenti) anche con le case sugli alberi. Per primo lavoro gli viene affidato il progetto di un eco isola nel Mekong. Qui tutto è in evoluzione, velocissimo. Progetta poi una casa di 50 metri quadrati su un albero a 40 metri di altezza. Poi è la volta di un centro visitatori del parco nazionale dentro il villaggio Hmong nella giungla, punto di partenza dei trekking che portano alle case sugli alberi. Ne uscirà un edificio composto da tre cupole geodetiche (la più grande ha un diametro di 16 metri) il più grande edificio in legno (palissandro) del Laos.

Durante questi lavori Nicola vive a Hmong con i suoi 500 abitanti dove “il tempo si è fermato mille anni fa, qui sono ancora cacciatori, raccoglitori, animisti, unica forma di agricoltura è il riso. C'è qualche lampadina e qualche frigo, si apprezza il vivere con poco. Io mi definisco un anarchitettonico”.

Ma non sono tutte rose e fiori. Anzi. “La situazione ambientale in Laos – afferma – come in generale nel sud est asiatico non è fantastica. La foresta soffre e ha sofferto molto specie negli ultimi 20 anni. Molti incendi e tanti alberi secolari tagliati per alimentare un commercio fuori controllo di legnami pregiati, animali a rischio di estinzione...”.

Con alcuni colleghi lao e francesi Nicola ha formato un gruppo deciso a combattere questo imbarbarimento. A questo punto riemerge in lui la passione per la fotografia e per la musica e assieme ai colleghi diventa un documentarista che presenta lavori in concorsi internazionali con cui viene premiato. La filosofia di fondo di questi documentari non è una mera accusa contro lo sfruttamento incivile dell'ambiente, ma una proposta di come la tutela dell'ambiente può creare economia. Il suo gruppo presenta al Luang Prabang Film Festival “Chasing Wildlife” cui viene assegnato il secondo posto. Il tema è il commercio illegale di animali selvatici. Lui e soci hanno investigato, hanno raccolto filmati con telecamere mimetizzate. Risultato? Un quadro terrificante tanto che il gruppo è stato invitato a Singapore per una conferenza inglese per denunciare con quel video la lotta al crimine internazionale di animali selvatici.

Attualmente Nicola Gasperini sta lavorando alla progettazione di una mongolfiera ad elio che sarà convertita ad idrogeno con propulsione elettrica per poter accedere ad aree remote di giungla a scopo di ricerca. Un'ultima accusa e speranza di Nicola: “Il Laos presenta ancora aree inesplorate in cui flora e fauna hanno potuto svilupparsi indisturbati. La loro fragilità di fronte alle sempre più pressanti minacce umane è una spinta per sviluppare idee che generino nuove risorse.”













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