Meningite fulminante: muore a 13 anni

Il giovane era arrivato a Pozza di Fassa il 29 per il Capodanno. Ieri si è sentito male



TRENTO. In Trentino era arrivato per una settimana di vacanza sulla neve ma ieri mattina si è sentito male e la corsa in ospedale non è servita purtroppo a nulla. Un ragazzino russo di 13 anni è morto nel tardo pomeriggio di ieri nel reparto rianimazione del Santa Chiara ucciso da una meningite fulminante che non gli ha lasciato scampo. Ed è subito iniziata la profilassi, nell'albergo dove il ragazzino alloggiava, per quanti erano stati a stretto contatto con lui.

Il giovanissimo era arrivato in val di Fassa il 29 dicembte scorso con un pullman assieme a diversi connazionali che sono stati poi divisi in due diverse strutture ricettive. Dai primi dati raccolti il tredicenne stava bene e non aveva accusato nessun malessere. Fino a ieri mattina quando ha iniziato a stare male. È stato chiesto l'intervento della guardia medica turistica ma poi la situazione è ulteriormente peggiorata e in maniera repentina tanto che è stato dato l'allarme alla centrale di Trentino Emergenza.

L'elisoccorso è stato così inviato a Pozza di Fassa dove il ragazzino è stato sottoposto ad un primo controllo dal rianimatore per poi essere trasportato al pronto soccorso del Santa Chiara. Ed è stato qui, grazie ad una serie di controlli e di esami che si è scoperta la ragione del suo malessere. Il giovanissimo era stato colpito da una forma batterica di meningite meningococcica. Inutili sono stati gli interventi dei medici e alle 17.40 il cuore del ragazzino russo ha smesso di battere.

Ora si cerca di capire il più possibile su come il russo sia stato aggredito dalla malattia, passo importante per cercare di capire anche come muoversi per la profilassi. Intanto ieri sera all'albergo dove lo sfortunato turista alloggiava (il Gran Baita) è arrivato il reperibile del servizio di igiene e sanità pubblica della val di Fassa. Importante il suo compito. Attraverso una serie di interviste sia al personale della struttura che ai clienti, dovrà capire chi sottoporre alla profilassi. La trasmissione della malattia è aerea e diretta e quindi le persone che sono state a stretto contatto con il paziente devono effettuare la profilassi che ha lo scopo di eradicare gli eventuali meningococchi.

Il trattamento è raccomandato per i contatti stretti, che oltre ai conviventi includono chi ha dormito e mangiato spesso nella stessa casa del paziente e le persone che nei sette giorni precedenti l'esordio hanno avuto contatti con le sue secrezioni orali, ad esempio attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti. Al contrario, la profilassi non è raccomandata per i contatti a basso rischio. Ogni caso sarà analizzato singolarmente e sarà valutato dal medico. Nel frattempo si cercheranno di reperire quante più informazioni possibili per capire cosa abbia fatto il ragazzino dal 29 dicembre al primo gennaio.













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