rovereto

«Lo Smart Lab ci ha sconvolto la vita»

I residenti esasperati: «Per un anno abbiamo cercato una soluzione bonaria». Su Facebook nuove minacce: «Vi bruceremo le case»



ROVERETO. «Vogliamo ripristinare una situazione tollerabile e vivibile, non chiudere lo Smart Lab». Sarà il giudice civile, il 29 aprile, ad esprimersi sulle richieste dei residenti su rumore e disagi notturni al centro giovani di viale Trento. I ricorrenti formalmente sono due, ma le famiglie che lamentano problemi di convivenza con lo Smart sono di più; è depositato anche un esposto da parte di altri, e un altro residente ha presentato denuncia per una bottiglia di birra gettatagli nel giardino, nottetempo.

Chiedono che vengano presi provvedimenti per gestire i giovani che sostano all'uscita dello Smart, a notte fonda; che si riesca ad abbassare il volume; che si eviti la sporcizia che ogni mattina si trova all'esterno dopo una festa. Tra loro c'è chi sta per rivoltare casa, spostando le camere da letto sul lato opposto rispetto al centro giovani, spendendo 100 mila euro; e chi ha rifatto i serramenti. «Ci ha sconvolto la vita, non si può, per tre o quattro sere alla settimana, svegliarsi alle 2 di notte. Siamo arrivati a questo ricorso perché non ci sono state date risposte, oppure le promesse non sono state mantenute - dicono - per un anno abbiamo partecipato ad incontri con il Comune, cercando una soluzione bonaria, non volevamo arrivare a questo punto, siamo per il dialogo».

Sulla musica, quando si aprono le porte il rimbombo della batteria arriva fino nelle camere dei residenti. Alcuni però dicono che il rumore arriva anche con le porte chiuse, oppure viene dalle sale prove, dove talvolta le finestre sono aperte. I residenti hanno fatto dei rilievi fonometrici: «Ed i limiti sono stati superati, e di molto», dicono. I rilevamenti li avevano fatti anche i gestori del centro giovani, e quelli erano in regola. «Li abbiamo visti, rilevavano il rumore con la sala concerti vuota».

Con loro c'è anche Enzo Da Costa, presidente della circoscrizione Nord. «Mi sono stati segnalati cocci di vetro nel parco sul retro, problemi di sporcizia nel parcheggio e nelle vicinanze, con i bidoni pieni di bottiglie di superalcolici, vuote». Inevitabilmente si intreccia una discussione politica: «Nel progetto iniziale non era prevista la sala-discoteca - dice Da Costa, che è anche candidato con Valduga - l'amministrazione ha il dovere di proteggere anche i residenti e richiamare i gestori alle proprie responsabilità».

A presentare il ricorso d'urgenza per i residenti è l'avvocato Alessandro Soini. «Dato che gli incontri non hanno sortito effetti, chiediamo al giudice di individuare i provvedimenti necessari per permettere ai residenti di dormire e tornare alle loro abitudini di vita. Non è escluso un passo successivo, per chiedere i danni». Soini segue la vicenda da più di un anno: «Il sindaco dice che ostacolare lo Smart Lab non è un bel segnale. Ma non lo è nemmeno lasciare inascoltati i cittadini residenti in zona». E ieri sera su Facebook uno dei giovani del centro ha scritto una frase inequivocabile: «Se per caso si dovesse chiudere, bruciamo le case di fronte». (m.s.)













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