Le guide alpine trentine salvano il «cupolone»

Delicatissimo intervento di messa in sicurezza della Chiesa di Mantova Lorenzo Iachelini: «Grande esperienza». E il vescovo ringrazia i nostri «angeli»



TRENTO. Le guide alpine hanno salvato Sant’Andrea (la chiesa più importante di Mantova) e la sua famosa cupola, gravemente danneggiate dal terremoto che ha colpito la zona nei mesi scorsi. Lo hanno fatto in nove giorni di duro e delicatissimo lavoro, grazie ad una copertura della struttura che ha costretto le guide alpine trentine a calarsi e rimontare sulla cupola in delicate operazioni di messa in sicurezza.

La struttura, potente ma discreta, è piaciuta molto al vescovo Roberto Busti: «Voglio salutare gli Angeli del giorno, sono stati bravissimi, a loro va la gratitudine della città» commenta l’assessora alla cultura, Daniela Bondavalli. «E’ stato un lavoro di soddisfazione» racconta uno degli omini rossi che si vedevano da giù. E’ Lorenzo Iachelini, il presidente della Società cooperativa guide alpine Trentino (www.guidealpinetrentino.it). «E’ andata come doveva andare, abbiamo rispettato i tempi. Soprattutto c’è stata una grande intesa con tutti. Noi siamo abituati a operare in quota, 10 o 100 metri per la sicurezza di chi lavora è lo stesso. La vera preoccupazione era di non far cadere nulla. I tralicci che salivano divisi a metà e rimontavamo sulla cupola avrebbero sfondato il tetto delle case di sotto, ma anche un martello può diventare un proiettile, persino un solo bullone». Le guide alpine dall’alto vedevano tegole, lucernari, vetrate. «Quando lavoriamo a 4mila metri, per tirare cavi di funivie o riparare impianti, sappiamo che ogni uomo dopo 2 ore deve riscaldarsi e va sostituito. Se torneremo a Mantova? Perché no? Si mangia benissimo».













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