La Sat al lavoro per riparare i sentieri devastati dalla neve

Bassetti: «È stato un inverno duro, oltre 1.100 persone coinvolte nel ripristino». Istituito un apposito fondo



TRENTO. Se il caldo degli ultimi giorni ha sbiadito il ricordo di un inverno caratterizzato da forti nevicate, che hanno fatto raggiungere alla neve i 12 metri di altezza, ora che la montagna veste di primavera-estate, si contano i danni provocati dalle precipitazioni record. E se da oggi la maggior parte dei rifugi è già aperta, il lavoro da fare è ancora tanto: i 984 sentieri di montagna di pertinenza della Sat sono stati sottoposti ai carichi statici di enormi masse di neve che hanno provocato smottamenti e frane. In alcune zone il piano di calpestio è stato reso molto instabile, molti sono i sentieri con lunghe fessure longitudinali che, in caso di infiltrazioni d’acqua, promettono nuovi smottamenti e alcuni tracciati sono stati addirittura cancellati da valanghe che hanno completamente dissodato il terreno. Nella fascia boschiva molti sentieri sono stati riconsegnati dalla neve non agibili, in quanto il passaggio era ostacolato dai detriti delle frane o dagli alberi che hanno ceduto sotto il peso della neve; in certi casi è stato necessario l’intervento di mezzi meccanici per liberare il percorso. Ingenti i danni anche alle strutture artificiali: tabelle di segnalazione spezzate, passerelle distrutte e ponti crollati hanno richiesto il duro lavoro sia di numerose squadre di volontari, che l’intervento di personale specializzato.

«È stato un inverno duro e per riparare ai danni subiti dal nostro territorio, dalle attrezzature e dalle strutture di accoglienza è stato necessario l’impegno di più di 1100 persone – dice il presidente della Sat Claudio Bassetti – abbiamo cercato di garantire almeno un accesso a ciascun rifugio e di ripristinare il maggior numero di sentieri possibile. C’è ancora molto da fare, ma, tenendo fede alla tradizione, ci rimboccheremo le maniche e continueremo il lavoro». L’enorme quantitativo di neve non sciolta e che, a detta dei responsabili della Sat, probabilmente non si scioglierà fino a fine stagione, potrebbe celare altri danni. Per questo la Sat ha deciso di istituire il Fondo per interventi d’emergenza sulle strutture alpinistiche, uno strumento finanziario che si accosterà alle risorse proprie della Sat e ai contributi stanziati dalla Provincia.













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