L'Unità d'Italia costa un giorno di ferie

Incertezza su come recuperare la festività del prossimo 17 marzo


Robert Tosin


TRENTO. Quando si dice organizzazione all'italiana. La giornata di festa del 17 marzo sta diventando un incubo, tanto che nemmeno il governo a questo punto si raccapezza più. Il decreto di legge stabilisce che non si lavori, ma dove andare a recuperare sul calendario la giornata di compensazione è un dilemma. Per il momento gli uffici del personale dei vari enti pubblici hanno gettato la spugna e sperano tanto che quando il decreto verrà convertito in legge - entro fine aprile - sarà finalmente chiarito cosa bisognerà fare con i dipendenti pubblici. Alla fine si dovrebbe risolvere il tutto scalando un giorno di ferie dal monte annuale di ciascun lavoratore. Praticamente il 17 marzo diventa un giorno di ferie obbligato. Non è però detto che finisca così. Perché un'altra ipotesi in campo potrebbe essere quella di recuperare quella giornata fra le quattro di riposo istituite al posto delle giornate di festività soppresse. Insomma, un bel guazzabuglio. L'unica cosa certa, per il momento, è che il 17 marzo scuole e uffici resteranno chiusi grazie all'ordine di Roma, accolto non proprio benevolmente. Anzi, sono stati molti a storcere il naso, pur per motivi diversi. Bolzano obbedisce per legge, ma non ha alcuna intenzione di festeggiare perché l'unità d'Italia, ha detto il governatore Durnwalder, non è cosa che riguardi gli altoatesini. A Trento definire tiepido l'umore è un eufemismo. Ma qui siamo nel campo della politica e della storia. Diverso è il discorso di Confindustria, che ritiene un suicidio bloccare per un giorno la produzione in un momento tanto delicato per l'economia nazionale. La polemica è stata appunto stroncata dal decreto legge che ha stabilito la giornata di festa nazionale per il 17. E a pochi giorni dalla data fatidica ancora non si sa come verranno gestite le assenze dal lavoro. Gli alunni, invece, sono felicissimi perché si ritrovano "a sorpresa" un giorno in meno di lezione sul calendario. Per quanto riguarda le celebrazioni non è ancora stato fissato nulla. Nemmeno dal punto di vista dell'ufficialità. Quanto sia sentita la festa lo si percepisce anche da questo aspetto: a meno di una settimana dall'anniversario di proclamazione dell'unità d'Italia sancita dal parlamento di Torino nel 1861 non c'è traccia di bandiere in giro, né di momento ufficiali. Dell'argomento però s'è parlato anche ieri in consiglio provinciale in seguito alla presentazione di una domanda d'attualità di Giorgio Leonardi del Pdl. Il quale ha messo (impropriamente, per la verità) a confronto le celebrazioni hoferiane con quelle per l'unità d'Italia. Dellai ha risposto rivelando che per Hofer sono stati spesi 200 mila euro, per l'Italia 24 mila per l amostra che sarà fatta a Roma.

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