L’industria soffre la crisi, si salva l’artigianato

Commercianti in difficoltà, mentre gli albergatori parlano di bilanci in calo Pallanch chiede alla giunta di contenere le spese e favorire gli investimenti


di Michele Stinghen


ROVERETO. La crisi si sente in Vallagarina, ma non è una Caporetto. L'artigianato tiene, mentre l'industria tiene se riesce a guardare oltre confine. I rappresentanti delle categorie economiche hanno fornito questo quadro alla commissione bilancio del Comune, che li ha incontrati lunedì sera. Nessuna categoria ha dato un quadro roseo, e il timore generale è che la realtà sia diversa da quella prefigurata dal Presidente del consiglio Monti ("la luce alla fine del tunnel"). Non si vede la fine della crisi e tasse, aumento dei costi (luce, gas, acqua) frustrano anche chi prova a far quadrare i conti. «Vogliamo il punto di vista degli operatori sulla crisi, per capire meglio cosa può fare il Comune di fronte alla crisi», ha esordito il presidente della commissione bilancio, Gianluca Merlo. L'industria risente della recessione e della flessione del Pil. «La domanda interna è in calo, anche in Trentino - ha spiegato Tiziana Carella, rappresentante della Confindustria per la Vallagarina - mentre c'è un aumento del 10% di domanda estera. Le aziende che sono riuscite ad internazionalizzarsi sono riuscite a tenere». In Vallagarina l'industria occupa tra 7500 ed 8000 persone (dato di fine 2010). «Tra il 2008 ed il 2010 abbiamo avuto un calo di aziende e di dipendenti, questi ultimi per l'11%. La contrazione si sente in particolare nel manifatturiero e nel legno - ha precisato Carella - in generale gli imprenditori non vedono ancora la fine della crisi; i problemi attuali sono la tassazione, e la mancanza del credito. Come Confindustria stiamo investendo nella formazione dei giovani, e per riqualificare i dipendenti più "anziani».

L'artigianato, invece, tutto sommato tiene, pur tenendo presente le forti differenze tra settori.

«La piccola impresa vince, la crisi colpisce di più i medio - grandi - ha affermato Andrea Benoni», presidente degli artigiani lagarini. La Vallagarina conta 13 mila imprese artigiane, per 5127 addetti. Il settore più rappresentato è quello edile, ed è uno di quelli più in difficoltà. «Ma in Vallagarina non ci sono segnali di drammaticità - ha spiegato Benoni - ci sono settori più in crisi (trasporti, meccanico, edile) ma anche altri che sono in aumento, come l'alimentare e in particolare quello del benessere». L'aumento di cassa integrazione in deroga e sospensione del lavoro comunque suggeriscono di stare in guardia.

Per il commercio, Marco Fontanari (Uct) si basa perlopiù sulle sensazioni, che non sono affatto positive. «Un anno fa ci sembrava possibile una ripresa, ora le difficoltà si sentono eccome. Le indicazioni sul fatturato sono negative, le tasse ci bloccano. L'energia è aumentata del 20% solo quest'anno, chi aveva con rigore ridotto le spese ha visto cancellarsi i guadagni. Servono investimenti». Per l'associazione albergatori ha parlato Roberto Pallanch. «Arrivi e presenze, grazie ad un buon agosto, sono stabili, ma i bilanci sono in calo». Per Rovereto turismo vuol dire Mart. «E’ stato un investimento strategico, ma non può essere solo mostre. Quando nacque, uno degli obiettivi era creare una filiera legata al design, all'artigianato artistico, che è venuto a mancare e deve essere recuperato». Pallanch chiede al Comune di contenere le spese correnti per favorire gli investimenti, e si dice preoccupato per la possibile sovrapposizione tra l'azione di Comune, Apt ed ora Comunità di Valle: «Non è tempo di sinergie negative».

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