Trento

Il telefonino cellulare si ricarica con una stufa

Trento Fiere, "Fa' la cosa giusta" propone idee originali, risparmiose e solidali


di Gilda Fusco


TRENTO. «Fa’ la cosa giusta!»: non è solo il nome della fiera, arrivata ormai alla dodicesima edizione, ma anche un invito ad essere “consumatori critici”, e quindi a non subire passivamente i prodotti proposti dai grandi magazzini. E la fiera, che è stata inaugurata ieri e che si svolgerà fino a domenica, è un ottimo punto di partenza per capire quali sono le alternative che ci consentono (appunto) di “fare la cosa giusta”.

Se qualcuno pensa che scelte ecosostenibili esistano solo per alcuni tipi di prodotto, si sbaglia di grosso: basta buttare un occhio alla caterva di banchi installati a Trento Fiere per notare che c’è davvero di tutto, e che il “consumo critico” può essere applicato ad ogni settore. Dagli alimenti alle costruzioni, dalle bevande agli arredamenti, dai pannolini ai vestiti, dai giocattoli ai detersivi: ogni elemento della nostra vita quotidiana può essere prodotto e utilizzato in maniera ecologica e sostenibile.

Tra le cose più “curiose” c’è la stufa ricarica cellulari (prodotta e distribuita in Africa grazie alla “trovata” di Gianni Gecele), le cravatte e le casette per grandi e piccini realizzate interamente in legno da Ecospazi e, non da ultimo, le “filastrocche su misura” di Andra Giongo, che tre anni fa ha buttato all’aria il suo “lavoro normale” (come lo chiama lui) e si è dedicato alla sua grande passione: scrivere storie, fiabe e filastrocche personalizzate per i suoi clienti, che lo incontrano di persona o via Skype così che lui possa conoscerli e scrivere qualcosa che sia destinato proprio a loro.

Una sostenibilità, quindi, che vuole prestare attenzione anche agli aspetti personali della sostenibilità; oppure a quelli sociali. È il caso, questo, di Sfrutta Zero: un progetto cooperativo nato dalla volontà di bloccare lo sfruttamento della manodopera degli immigrati. Un gruppo eterogeneo di persone provenienti da diversi Paesi coopera per produrre salsa di pomodoro, senza sfruttare né l’ambiente né le persone. Certo, non troverete questo prodotto sui banchi dei grandi distributori, ma basterà cercare in qualche bottega equosolidale per “fare la cosa giusta”.













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