Il Nettuno perde i pezzi per il degrado 

«La fontana ha bisogno di restauro completo». La decisione dopo il sopralluogo dei due tecnici Bruschetti e Campolongo



TRENTO. Non è stato un vandalismo. Il cavallo della fontana del Nettuno in piazza Duomo, trovato azzoppato domenica mattina è piuttosto il segnale che la fontana è in stato di degrado e che bisognerà correre ai ripari al più presto. Questa la conclusione alla quale sono giunti i tecnici accorsi ieri mattina per un sopralluogo al monumento nella piazza principale della città: sono l’architetto Anna Bruschetti per il Comune, l’architetto Fabio Campolongo della Soprintendenza ai Beni culturali e il restauratore Antonello Pandolfo. In una nota del Comune, l’esito del sopralluogo è stato che «si tratta del distacco di una parte del modellato già ricostruito e fissato con perni (che ora fuoriescono dalla interfaccia della frattura) e si è riscontrato un degrado generale della fontana, in particolare delle parti stuccate e ricostruite nei lavori di restauro». In pratica, quella zampa del cavallo era già stata riparata in passato ed infatti in base alla documentazione fotografica rintracciata, risalente al 1985, le immagini testimoniano che quel pezzo del cavallo era già mancante.

L’architetto Bruschetti spiega che il pezzo staccato, che in un primo momento era stato attribuito ad un atto di involontario o ad un vandalismo, è stato trovato all’interno della fontana. La nota del Comune precisa che «la lacuna oggi presente non risulta conseguenza di un atto doloso, ma è piuttosto il campanello d'allarme di un problema diffuso di erosione e dilavamento, che insieme a un esteso sistema di incrostazioni interessa gran parte della pietra della fontana».

La conclusione dei tecnici è che non risulterebbe risolutivo riapplicare i frammenti recuperati, essendo necessario un intervento di restauro più generalizzato per intervenire su tutto il monumento e recuperarlo dal degrado. Per questo ora il Comune di Trento con la Soprintendenza dei Beni culturali dovranno avviare un’analisi dello stato del monumento e di individuare la cura necessaria. Cura che è doverosa, dato che la fontana del Nettuno è il monumento forse più fotografato della città, con i turisti e visitatori che numerosi ogni giorno si fermano per l’immagine ricordo.

Un monumento che risale al 1768, per opera di Francesco Antonio Giongo che disegnò l’architettura e che fu abbellita dalle sculture di Stefano Salterio. La fontana subì i danni del tempo anche in passato e infatti la scultura del Nettuno fu spostata nel cortile di Palazzo Thun, per essere sostituita da una copia, come altri gruppi scultorei eseguiti successivamente da Andrea Malfatti.

Nel secolo scorso l’amministrazione comunale corse ai ripari ed effettuò un restauro completo tra il 1990 e il 1992: le vasche erano interessate a fratture, così come la pietra era coperta di incrostazioni calcaree. Nella primavera del 2003 ci fu un’altra pulizia della pietra e dei depositi di carbonato di calcio e di alghe. (sa.m.)















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