Il governo dice no ai medici in corsia da “pensionati”

Trento. Impugnati dal governo alcuni articoli delle legge di assestamento della giunta provinciale. Uno in tema di sanità ed un altro sulla scuola. Che Roma impugni norme delle Autonomie non è certo...



Trento. Impugnati dal governo alcuni articoli delle legge di assestamento della giunta provinciale. Uno in tema di sanità ed un altro sulla scuola. Che Roma impugni norme delle Autonomie non è certo una novità ma quella che bocciala decisione dell’esecutivo in termini di medici stava, anzi sta, molto a cuore al governatore Maurizio Fugatti: «Il ministro della Salute Roberto Speranza, nell’incontro dell’altro giorno a Roma, ci aveva anticipato che il governo avrebbe impugnato la nostra decisione di tenere nelle corsie anche i medici che potevano andare in pensione. Un provvedimento che ci permette di tenere funzionanti gli ospedali di montagna. Un no incomprensibile, per di più a fronte di una carenza di medici che non è certo limitata al Trentino ma che è molto presente in tutta Italia. Da parte nostro resisteremo sino ad arrivare alla Corte costituzionale».

Ma Speranza, ben conscio della portata nazionale del problema non avrebbe escluso la possibilità che sia proprio Roma a fare una legge per consentire il prolungamento della carriera dei medici.

Sulla scuola?«La decisione riguardava le scuole per l’infanzia .In particolare si specificava che il concorso straordinario per l’accesso a posti di lavoro con contratto a tempo indeterminato per il personale delle scuole dell’infanzia provinciali, con più di tre anni di servizio continuativo, dovesse essere un concorso “per titoli”, eliminando la prova di esame-colloquio. L'emendamento era stato approvato nell'aula del Consiglio della Provincia autonoma di Trento da un'ampia maggioranza, con 7 no, proprio di Movimento 5 stelle e Pd, insieme a Futura», osserva Claudio Cia, Agire, che aveva proposto l’emendamento in questione.

Da Roma non è invece arrivato, ma teoricamente ci sono ancora alcuni giorni per farlo, il no ai dieci anni di residenza in Italia messi dalla giunta perpoter usufruire dei bonus e di parte del welfare. Verrebbero limati i 5 anni in Trentino ( a due) ma restano i 10.G.T.













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