il caso

Il Festival dell’economia e quel palco (ancora) di soli uomini

La prorettrice Poggio dopo la foto alla presentazione di Milano: il 14% di donne tra i nomi annunciati alla kermesse. Maria Prodi: “In foto le donne ci devono stare perché comandano, non per decorazione”



TRENTO. Non è la prima volta che accade, in primis al Festival dell’economia (dove si ricordano donne presentatrici su un palco tutto al maschile), ma la foto di soli uomini ieri (12 aprile) sul palco di Milano alla presentazione del Festival di Trento edizione 2022 ha fatto insorgere – e non poteva essere altrimenti - molte donne.

Tra queste la protettrice dell’ateneo di Trento Barbara Poggio, che ha la delega alle politiche di equità e diversità. E che ha scelto un’unica parola “Distopie” per un post in cui accosta la foto degli 8 uomini a uno slogan del Festival “Visioni di futuro, il mondo che cambia”.

Poggio ha anche già fatto alcuni calcoli: “In (fiduciosa) attesa di disporre dei dati definitivi relativi alla partecipazione - scrive – è possibile fare un primo calcolo sui nomi annunciati sulla pagina della presentazione https://www.festivaleconomia.it/.../presentazione-festival, rispetto ai quali le donne rappresentano il 14%. In particolare: 4 premi Nobel (tutti uomini),

17 economisti (di cui 4 donne), 23 accademici (di cui 4 donne), 21 rappresentanti delle istituzioni (di cui 2 donne), 17 Top manager (di cui 3 donne), 4 ospiti speciali per apertura e chiusura (tutti uomini), 5 ospiti speciali per evento in ricordo di Beniamino Andreatta (tutti uomini)”.

Tanti i commenti, tra cui quello della senatrice di Italia Viva Donatella Conzatti: “Che le segretarie. Le collaboratrici brave ci siano non è una novità. E’ sempre stato. La distopia sta proprio in questo: non farsi più trattare da collaboratrici. Perché le donne ci sono e meritano di stare in prima fila. Questa è la nostra battaglia per il futuro. Quella scritta nella Costituzione e ribadita nel PNRR. Non c’è nessun cambiamento senza parità”.

“Direi che che quello che conta è la presenza nel programma. Alla conferenza stampa vanno le posizioni apicali. E quali siano già si sa. Mettere una donna nella fila anche se non ha un ruolo non mi pare una soluzione. La parità non sta nelle foto ma nelle posizioni”, osserva Maria Prodi, insegnante. 

Ne nasce un interessante scambio. “Ma una foto del genere che impatto ha sulle giovani donne? Continuiamo a lavorare dietro le quinte tanto poi i meriti li prendono solo le posizioni apicali? E secondo lei non ci sono donne in Trentino che meriterebbero di stare in prima fila più di altri? Le foto sono il mezzo con cui si rappresenta la realtà! Ma la realtà in questa foto, non è

rappresentata a mio avviso”, scrive Libera. E Prodi: “Le donne vanno elette. O investite di responsabilità. Nelle foto ci devono stare perché comandano, non per decorazione”.













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