Il bigliettaio Navigarda che scrive racconti fantasy

Il rivano Matteo Lorenzi ha pubblicato il suo primo romanzo per ragazzi In «Rick Jameson» le idee che per 20 anni ha fissato su notes e fogli vaganti


di Sergio Molinari


RIVA. Ha studiato da cuoco, ma poi non ha più messo piede in una cucina. Si è diplomato tecnico turistico ma, indifferente anche a questa qualifica, non s'è lasciato scappare l'occasione di fare l'impiegato nelle biglietterie della Navigarda. Biglietterie che sono sparpagliate sulle due sponde benacensi, da Riva a Desenzano. Lui, in circa 20 anni di carriera, le ha collaudate tutte, per poi dare un taglio alla transumanza solo due anni fa, quando si è trasferito in pianta stabile nel botteghino di piazza Catena, all'ombra dell'Anzolim. Insomma una vita di pendolarismi, di pasti fuori sede, di turni lunghi e intervallati da frequenti soste in attesa dei battelli. Un altro si sarebbe stressato, Matteo Lorenzi no. Lui è un tipo decisamente originale.

Rivano doc, 45 anni, l'aria sempre un po' trasognata, Matteo ha approfittato delle pause del mestiere per fare la cosa che gli piace di più: fantasticare.

Lorenzi ha inventato storielle, ha immaginato situazioni grottesche, ha sfoderato nomi esilaranti e giochi di parole. Insomma ha dato sfogo a varie forme di surrealismo. Il tutto non solo cerebralmente, ma fissandolo sulla carta con la penna a biro. Ogni sorta di carta: agende, fogli, quaderni, sacchetti della verdura...Oppure ha conservato “l'idea” nel magazzino della memoria, per poi riprodurla, dopo cena, in altri notes, foglietti vaganti, pezzi qualsiasi di carta.

E' nato così, come un puzzle stravagante composto in quattro lustri di incallita grafomania, “Rick Jameson”, romanzo di pura fantasia che riannoda in ordine logico tutti gli appunti lasciati in scia da Matteo Lorenzi. Un romanzo per ragazzi, un po' fumettistico, che racconta le mirabolanti avventure del più grande esploratore (per autodefinizione) che il mondo abbia mai avuto. Rick Jameson, appunto. Per pubblicarlo un tipo come Lorenzi si è scelto ovviamente un sistema inconsueto. Si è rivolto a un sito internet americano che funge da editore (lulu.com), si è fatto stampare un certo numero di esemplari ed ora è in attesa delle risposte del mercato. Il sito soddisferà le eventuali richieste e poi si tireranno i conti. Intanto due eventi stanno dando soddisfazione a Matteo Lorenzi.

Primo: Rick Jameson figura già tra i “prestiti” della biblioteca civica di Riva, il che – per noi che siamo alla vecchia – è una garanzia di prodotto comunque piacevole e curioso. Secondo: i “lettori cavia” a cui Lorenzi ha sottoposto le prime copie – una filiera di assaggiatori che è iniziata dal figlio Davide (tredicenne) e si è conclusa con una vasta cerchia di amici piccoli e grandi - hanno mostrato di gradire.

Un ok che non è stato una sorpresa, a dire il vero. Che in Lorenzi ci sia la stoffa dello scrittore “leggero” e scapestrato, ma piacevole, lo hanno già dimostrato, in concreto, una mezza dozzina di racconti brevi che il nostro bigliettaio dei battelli è riuscito a piazzare presso la casa editrice digitale lilliboek. Ha firmato un contrattino: se il popolo “ebook” li leggerà, lui metterà via un soldino per ogni acquisto. Una carezza all'ego, non certo un affare. Adesso, quando si precipita a buttar giù per iscritto un'idea balzana che gli macina in testa, Matteo Lorenzi sa che potrebbe farlo per un piccolo ma autentico pubblico.













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