I rapinatori soccorrono la vittima

Fanno irruzione in casa di notte a Molina di Ledro e poi offrono da bere all’anziana per calmarla



MOLINA DI LEDRO

Un furto (con bottino decisamente magro) in un esercizio pubblico si è trasformato in rapina, all'alba di ieri, con vittima una signora ultraottantenne. Il fatto è avvenuto attorno alle tre del mattino presso la pasticceria bar Mazzola di Molina di Ledro.

Secondo le prime ricostruzioni, due persone si sono introdotte all’interno del locale e dopo essersi impossessate del fondo cassa (per un misero corrispettivo di circa trenta euro) hanno deciso di andare oltre. Forse avendolo già pianificato, forse agendo sull'impulso del momento (e del fallimentare "colpo" al negozio), i ladri hanno percorso la scala che conduce a un vicino appartamento con l'intenzione di arrotondare il maltolto, intrufolandosi nell'abitazione dell’anziana titolare, Luciana Trentini. La donna è stata svegliata dai rumori, con i malviventi che anziché scappare l’hanno minacciata con l'ausilio di un’arma impropria (si parla di un cacciavite) e si sono fatti consegnare denaro e preziosi. Pure in questo caso il controvalore non è stato particolarmente ingente, in quanto la vittima disponeva solo dell’incasso della giornata lavorativa appena trascorsa (pari a un centinaio di euro) e qualche gioiello in oro, per un danno che non dovrebbe superare il migliaio di euro ma che comunque rappresenta un ammanco notevole per l'ultraottantenne, che ovviamente ha patito anche le conseguenze del forte spavento, con l'unica buona notizia legata al fatto di non essere stata oggetto di violenza fisica, con gli intrusi che hanno per un attimo ceduto al buonsenso e al proprio lato umano, porgendo alla malcapitata - visibilmente scossa - un bicchiere d'acqua nel tentativo di calmarla.

Gli accertamenti e le indagini sono stati e saranno condotti dal Nucleo operativo radiomobile dei Carabinieri della Compagnia di Riva, impegnati nel risalire alle tracce degli autori della rapina. Poco più di tre mesi fa sorte analoga era toccata alla figlia della donna ledrense, Rita Mazzola, contitolare del bar dell'autostazione di Riva che a differenza della madre durante la rapina però era stata maltrattata e letteralmente sequestrata (con tanto di nastro adesivo sulla bocca e chiusura nel bagno, di cui era stata bloccata la porta) da ladri molto meno "gentiluomini", rimanendo anche contusa durante la traumatica azione che aveva portato alla "sparizione" dei soldi contenuti nei cinque videopoker e nel cambiamonete. Anche in quel caso, per il fortuito ritorno nel bar da parte della donna, il semplice furto si era tramutato in una rapina, che allora però fu violenta. Fortunatamente almeno questo aspetto non si è ripetuto.













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