trento nord

I No Tav: "Cantiere fuori controllo"

Sull'onda dell'inchiesta per disastro ambientale, le associazioni No bypass mostrano in un video cosa avviene al cantiere per la bonifica delle rogge. E chiedono lo stop dei lavori


ANDREA TOMASI


TRENTO. «Lavori di bonifica senza le misure di sicurezza, volte a tutelare la salute degli operai e dei residenti a trento nord». Nuovo grido e nuova documentazione (fotografica e video) dei cittadini No bypass. Non solo fluido oleoso trovato a 14 metri di profondità (idrocarburi provenienti dall’ex area industriale Carbochimica) lungo l’asse ferroviario di Trento nord (posto sotto sequestro dai carabinieri del Noe). Non solo un’inchiesta della Procura di Trento per disastro ambientale e inquinamento, con un manager Rfi (rete ferroviaria italiana) messo sotto inchiesta (si tratta dell’ingegner Damiano Beschin, responsabile del progetto bypass) per la mancata comunicazione nei tempi previsti (24 ore) alle autorità competenti del ritrovamento di sostanze catramose nel terreno dove le ruspe sono andate a scavare (son passati 10 giorni). Non solo dubbi sui camion carichi visti uscire dal perimetro del cantiere tra via Brennero e via Maccani. Le associazioni che si oppongono alla realizzazione della “circonvallazione” (opera da un miliardo e 178 milioni, finanziata con i fondi del pnrr e del decreto aiuti ter) e che mettono in guardia dai possibili effetti collaterali di un cantiere che definiscono “fuori controllo” (il riferimento è agli interventi di bonifica da parte dell’Agenzia provinciale per le opere pubbliche, vicine all’area del cantiere del bypass) mostrano un nuovo video.

«Nei lavori di bonifica della roggia primaria e rio Lavisotto, contrariamente a quanto prescritto dall'appalto provinciale, si lavora in atmosfera non confinata e senza dispositivi di sicurezza, mettendo a rischio gli abitanti e gli stessi lavoratori» dice Marco Cianci, avvocato, una delle voci più forti del movimento No tav, la componente dura e pura del mondo no bypass (quella che il tracciato ferroviario non lo vorrebbe neanche in Destra Adige).

In queste ore si valuta se fare una nuova denuncia alla magistratura mostrando come il cantiere di bonifica - nella zona Caduti di Nassiriya (dove ieri i tecnici provinciali sono stati visti fare nuovi carotaggi), un progetto da 38 milioni in capo alla Provincia autonoma - non viene gestito nel rispetto delle norme di sicurezza.

Quel capannone aperto, che lascia uscire qualsiasi sostanza volatile (e in zona i residenti hanno denunciato più volte forti odori di idrocarburi), gli operai che non indossano gli scafandri ma che stanno in pantaloncini e maglietta («Sembra che siano in spiaggia, manca solo che indossino il costume» dice Elio Bonfanti dei no tav) - si dice - danno la misura di come si sta lavorando nelle aree di Trento nord. Uno potrebbe dire che i lavori di bonifica della Provincia nelle aree delle rogge, tra via Brennero e via Maccani, nulla c’entrano con la grande opera - quel bypass ferroviario che attraverserà i due Sin (siti di importanza nazionale) ex Sloi ed ex Carbochimica.  Ma il fatto è che le modalità di intervento sulle rogge da parte della Provincia sono sempre state indicate come la “matrice” da cui partire per intervenire, a livello macro nelle zone di competenza di Rfi e quindi del Consorzio Tridentum, la cordata di imprese che ha vinto la mega gara di appalto della circonvallazione ferroviaria. Insomma il modus operandi presso le rogge verrebbe ricalcato nella spianata adiacente.

«Il cattivo esempio di Rfi sul trattamento degli inquinanti sta facendo scuola e mettendo in pericolo la popolazione di Trento», ha detto l’avvocato Marco Cianci. Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche i no tav Roberto Chiomento ed Elio Bonfanti, con Martina Margoni e l’ingegner Paolo Zadra (Rete dei cittadini). C’erano Michela Bonafini (comitato via Brennero) e Fulvio Flammini (Sindacato di base multicategoriale). in prima fila si sono visti Renata Attolini (Sinistra italiana) che ha fatto notare che la mancanza di misure di sicurezza (questa volta in materia di amianto e demolizioni) era stata oggetto di una sua segnalazione. Con lei anche Claudio Geat, presidente della circoscrizione centro storico - piedicastello.

 













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