Dopo 52 anni Mauro Avi appende il pettine al chiodo

A 65 anni chiude la bottega di via Oss Mazzurana portata avanti con la moglie Figlio e nipote d’arte, si è speso molto anche nella scuola e per i giovani


di Giorgio Dal Bosco


TRENTO. Ieri Mauro Avi, parrucchiere per signora di via Oss Mazzurana, 65 anni, è arrivato felice, soddisfatto e senza alcun rammarico o rimpianto al capolinea professionale. Ha detto stop. E con lui Emma, sposata 43 anni fa, con cui ha fatto coppia anche professionale e quattro figli (Anna, Damiano, Maurizio e Samuele) di cui tre laureati e un diplomato, molto orgogliosi del mestiere del padre ma altrettanto allergici a seguirne le orme. La crisi dei consumi, che per lui non c’è stata se non in minima parte a metà dell’anno scorso, non c’entra. Punto. Insomma, ieri mattina Mauro ha messo “le mani nei capelli” per l’ultima volta, lassù al primo piano in un appartamento dai vani sghembi di fronte al teatro Sociale. Nel pomeriggio ha offerto la colomba pasquale ad alcune clienti. Anche in mattinata c’è stata la processione di chi, saputo dell’addio, è andato a salutarlo, abbracciarlo e ringraziarlo. Neanche per questa occasione, maturata dopo 52 anni di ininterrotto lavoro, Mauro s’è messo in ghingheri: casual, con jeans, scarpe da ginnastica, camicia, capelli grigi un po’ arruffati, sorriso e occhiali cinemascope, semplice, tranquillo fino quasi all’umiltà. Dentro quell’appartamento-salone, originale e quasi antico, ricco di quadri trentini e di maschere di tutto il mondo appese al muro, con un tavolino per l’attesa su cui non ingialliscono con le orecchie riviste per il gossip, ma fanno il turn over riviste e quotidiani seri e freschi di stampa, dentro lì, insomma, lui ci stava come un fiore all’occhiello. Qui c’è stato dal 1989. Prima ha lavorato in via delle Orne in due distinti periodi in altrettanti locali quasi dirimpettai.

Dunque, Mauro, trentino di Trento, scende (sarebbe più giusto dire Mauro ed Emma scendono) dal tram professionale al termine di una carriera a tutto tondo, dopo aver acconciato teste quasi tutte importanti di una, due, tre, quattro generazioni di signore trentine. A tutto tondo perché si è sempre aggiornato frequentando l’Accademia milanese di acconciatori, proseguendo nella gestione del Cata (Circolo artisti trentino acconciatori) fondato da suo padre Antonio, pure lui parrucchiere per signora come, del resto, il nonno Guglielmo che nel 1900 in piazza Santa Maria inaugurò (ma per soli maschi) la prima delle tre generazioni di parrucchieri. Poi si è speso molto anche nella scuola che, a ragione, ha considerato un supporto essenziale per la crescita e per il gran bel livello qualitativo dei parrucchieri trentini, a proposito della cui preparazione garantisce che non ha nulla da invidiare – quanto meno in linea generale - a quella dei professionisti delle blasonate metropoli.

Un po’ originale Mauro lo è stato, ma sempre rispettoso della personalità variegata delle sue clienti-amiche cui, semmai, ha suggerito qualche spunto creativo senza mai essere invadente. La sua miglior dote – un po’ stupito davanti alla domanda inarca le sopracciglia – è stata quella di creare e gestire, anziché un salone, un salotto dove la signora si sentisse a casa propria per le classiche due chiacchiere. Da professionista qual è evita di rispondere per quali bei matrimoni di famiglie di gran lombi ha acconciato le teste, nega (è una bugia dettata dalla discrezione) di essere stato il confessore di alcune magagne di cuore delle clienti, ma garantisce che “toccare e lavorare i capelli crea una sorta di intimità”.













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