i dati

Diabete, in Trentino 25.500 ammalati

In piazza Duomo la giornata informativa: «Molte famiglie con piccoli pazienti». E alle prese con l’insulina c’è pure il sindaco



TRENTO. Venticinquemila e 500 ammalati di diabete per una percentuale complessiva inferiore alla media nazionale ( 4,8 contro 5,8%), ma anche 250 famiglie che sono alle prese col diabete infantile. Sono questi i numeri del diabete in Trentino che evidenziano un dato preoccupante: in occasione degli accertamenti ogni due persone, una non è a conoscenza di essere ammalata. Per questo assumono notevole importanza iniziative come quella di ieri mattina in piazza Duomo, dove in occasione della giornata mondiale del diabete era possibile misurare la pressione arteriosa, controllare la glicemia e l'indice di massa corporea. Esami che affiancati ad una sete maggiore, ad un calo di peso e a un frequente senso di spossatezza, possono essere elementi che permettono una diagnosi precoce.

Come ha spiegato la dottoressa Romanelli responsabile del centro ciabetologico, sono due i tipi di diabete: il “tipo 1” è quello in costante aumento in Trentino, ma è di origine ignota (di orgine genetica, e non è quindi dovuto alle abitudini alimentari) e può manifestarsi anche in tarda età conosciuto come diabete Lada. Il diabete di “tipo 2” è presente nel 90% delle diagnosi ed è anche quello che porta alla spesa sanitaria più significativa: il 10% del totale.

Flavia Fontana, neo presidente dell'associazione trentina diabete, ha sottolineato come la prima causa dell’insorgere del diabete sia il cattivo stile di vita: dalla sedentarietà, alla cattiva alimentazione che nei giovani è accentuata dall'assunzione di bevande zuccherate. Per questo è importante la collaborazione con le famiglie che devono favorire la regolarità delle diete e del movimento coinvolgendo direttamente il diabetico. Nel caso poi della forma infantile, il dottor Cesari ha rimarcato come la famiglia stessa finisca per avere un ruolo curante, in quanto i bambini non sono in grado di autoregolamentarsi nell’assunzione dell'insulina.

Anche nel caso dei bambini la cattiva alimentazione (merendine in primis), ma anche obesità e vita sedentaria sono cause che possono portare alla malattia di "tipo 2". «Parlare di bambini sedentari sembra un contro senso e invece complici computer e video giochi, sono sempre più frequenti. Per questo una situazione ideale sarebbe quella che tutta la famiglia regolarmente uscisse per fare movimento». Un testimonial d'eccezione è stato il sindaco Andreatta, diabetico ormai da anni: «Per molto tempo sono andato avanti con le punture d'insulina, ma purtroppo con la vita senza orari che sono costretto a fare era una situazione ingestibile. Per fortuna che da alcuni anni mi hanno assegnato un microdiffusore di insulina che mi da un'autonomia di tre giorni. E' coperto dalla giacca, ha la possibilità del controllo e quindi posso dosare la somministrazione che avviene attraverso un tubicino ed un ago sempre sotto pelle». (d.p.)













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