«Con noi la svolta E Grisenti tornerà super-assessore»

Il candidato presidente delle civiche: «Trentino assopito perché siamo stati troppo bene. Più dei tagli, servono idee»


di Chiara Bert


TRENTO. Presidente Mosna, è la sua prima campagna elettorale. Se l’aspettava così? Le hanno dato del cagnolino al guinzaglio di Grisenti, si è offeso?

Io sono contrario alla politica dei cazzotti. Non sono mai stato al guinzaglio di nessuno, che me lo vengano a dire a 65 anni non è solo un’offesa, è una banalità che non accetto. Direi che la campagna elettorale è stata sotto le aspettative, la politica è impegnata più a smontare che a costruire.

Solo colpa degli avversari?

Chi ha governato deve difendere quanto fatto, lo capisco. Io ho provato a stuzzicare sulla trasparenza dei dati, il tema del debito della Provincia mi sembra di primaria importanza, ma non ho avuto chiarezza.

Rossi ha risposto che è di 1,5 miliardi e che è un debito per finanziare investimenti e non spesa corrente. Non la convince?

Affatto. Sto al fatto che il capogruppo Pd dice 2 miliardi, qualcuno cifre diverse. Ma il debito non può essere flessibile e i cittadini dovrebbero conoscerlo. È essenziale per fare una pianificazione finanziaria.

Lei ha ripetuto che il Trentino con voi ha l’occasione di una svolta storica. Ci spiega in cosa consisterebbe questa svolta?

In una stagione di sobrietà che è mancata in questi ultimi anni a causa di un eccesso di ricchezza. Chi governava non aveva problemi di incasso e la mia prima critica è che non hanno saputo risparmiare: oggi bisognerebbe avere un tesoretto da poter utilizzare per esempio per gli ammortizzatori sociali trentini. E per inaugurare questa nuova stagione, più che di tagli, c’è bisogno di sviluppo.

Come?

Ricercare nuove attività da portare in Trentino. Non costruire nuovi capannoni, non è più tempo della grande produzione industriale. La Whirlpool non l’ha persa il Trentino, è l’Italia ad aver perso il manifatturiero. Dobbiamo trovare attività medio-piccole. Servono idee. Perché non proporre agli americani di produrre in Trentino le nuove auto elettriche? Serve una task force di manager che vada nel mondo a cercare imprese che vogliano investire. Fbk dovrebbe fare ricerca rivolta al territorio e manca una scuola di imprenditoria giovanile.

Eppure in questi anni abbiamo sentito tanto parlare di start up. Cosa non ha funzionato?

C’è stato troppo pubblico. Il Trentino si è assopito per mancanza di fame, siamo stati troppo bene. Bisogna avere il coraggio di dirlo.

Non è che dagli imprenditori si siano levate molte voci...

Vero, è un’autocritica che anche noi imprenditori dobbiamo fare. Dobbiamo ritrovare una sintonia tra privato e pubblico.

Lei insiste sul merito nella pubblica amministrazione. Come si premia il merito?

Anche nell’ente pubblico è maturata la consapevolezza che il mondo è cambiato. Certo 50 mila persone sono tante da gestire, bisogna sfidare le intelligenze. I primi artefici del cambiamento devono essere i burocrati. Forse Gilmozzi non è riuscito a trasmettere questa convinzione. Avremo delle resistenze sindacali, fa parte di una filosofia per loro inaccettabile, ma premiare il merito è quello che tutti chiedono.

Con Roma si annuncia ancora battaglia. Come la imposterete, visto che non avete partiti nazionali di riferimento?

Il diritto non può essere nelle mani dei partiti, men che meno dagli amici. E per far valere i propri diritti ci sono le sedi opportune.

Progetto Trentino ha detto che i trentini virtuosi hanno dato abbastanza. Cosa ne pensa?

Certo è comodo prendere dove c’è cassa. Ovvio che se il Paese andasse in default, sarebbe drammatico, avremmo un bilancio che potrebbe ridursi della metà rispetto a oggi.

Se lei sarà presidente della Provincia, Grisenti sarà in giunta?

La composizione della giunta si fa sulla base dei voti e delle competenze. Se saremo chiamati a governare, io punterò sulla competenza degli assessori ma sarò anche vigile sulle nomine dei dirigenti. Non dovranno essere nomine di partito o di amici dell’assessore.

Non ha risposto alla mia domanda. Grisenti tornerà superassessore?

Potrebbe esserlo.

Sia sincero, la convivenza con una personalità così forte non le è un po’ pesata?

Molto più semplice di quanto potessi immaginare. A parte le polemiche giornalistiche, che non fanno bene a nessuno, in coalizione Grisenti è stato di una straordinaria umiltà. Nella cabina di regia dopo la prima riunione non è mai intervenuto.

Ci sta forse dicendo che non ha contato? Neanche nella decisione di escludere dalla coalizione Forza Italia e Lega?

Io non ho mai avvicinato Lega e Pdl. Il resto è campagna elettorale.

Non sono troppe sei liste nella sua coalizione? Gli elettori non rischiano di disorientarsi?

Sicuramente sono troppe ma per un’esperienza nata pochi mesi fa era difficile trovare una sintesi. Sono formazioni spontanee destinate prima o poi a unirsi, farà bene al sistema.

Dei candidati che ha conosciuto, ce n’è uno che l’ha colpita positivamente?

Sarà empatia, ma dico Arisi. È una persona squisita, di valore. Non si direbbe neanche che è così a sinistra.

E Ugo Rossi?

Sta gestendo qualcosa di impossibile, una coalizione che non può durare.

Eppure il centrosinistra viene da 15 anni di governo...

Ho la sensazione che sarà impossibile per Rossi governare con un partito che è tre volte più grande del suo. C’è solo una persona che ha saputo governare il Pd, Lorenzo Dellai.

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