medicina

Clima sempre più caldo e aumenta l’infertilità

Al vaglio il rapporto fra i cambiamenti climatici e la riduzione degli spermatozoi Il primario di urologia Gianni Malossini: «Sì, il caldo può causare alterazioni»


di Simone Chiarion


TRENTO. Studi emersi a livello mondiale dimostrano che le variazioni climatiche del terzo millennio hanno ripercussioni negative sulla fertilità. Ripercussioni che toccano prevalentemente gli uomini e potrebbero portare un ulteriore, significativo, calo nelle nascite. Lo scorso anno (il 2015) il numero di bambini nati in Italia ha toccato il minimo storico, così come si è visto anche in Trentino. Da numerosi dati che arrivano dal mondo della scienza si dimostra una riduzione di potenziale della fertilità dell’uomo, soprattutto nei paesi occidentali, collegata prevalentemente alla temperatura, la conta spermatica è diminuita di un terzo.

Un problema che può essere analizzato e sviscerato anche a Trento, infatti il dottor Gianni Malossini, primario di urologia del ospedale Santa Chiara, afferma: «Si tratta di uno studio approfondito sul padovano, in passato è stato comunque dimostrato che il calore può essere una causa di sterilità maschile, forse perché gli studi avevano assodato che alcuni lavoratori vicini a forme di calore, come altiforni, potevano avere problematiche di fertilità». Prosegue il primario Malossini: «Il varicocele, patologia venosa del testicolo, è la prima causa di sterilità maschile e, anche se non è ancora stato dimostrato, l’ipotesi più accreditata per tale problematica è una variazione di scambio di temperatura avendo un danno alla produzione di spermatozoi. Questi sono vecchi studi ma può esser vera la condizione sulla variazione climatica, collegata al calo delle nascite per infertilità maschile. Certo che il calore può essere ritenuto una causa di alterazione. Ho visto che tale tesi è stata portata avanti a Padova e sicuramente si tratta di uno studio interessante».

Ad Abano Terme, in questi giorni si sta proprio discutendo dell’argomento, anche l’urologia di Trento può avvalersi di questi studi? «Può essere motivo di interesse perché abbiamo un avviato centro di andrologia, studiando sia la fertilità che la funzione erettile, due cose separate ma che fanno capo all’andrologia. Forniamo già un buon servizio che potremmo comunque allargare, siamo sulla strada di ampliare questa branchia che non è solo dell’urologia».

Il dottor Tommaso Cai, specialista in andrologia dell’ospedale Santa Chiara, approfondisce la tematica: «È reale il calo delle nascite, che viene supportato dall’immigrazione. È un dato che può avvenire anche per causa climatica. C’è anche una riduzione del volume dei testicoli degli uomini: l’organizzazione mondiale della sanità ha già ridotto i parametri. L’involuzione della fertilità maschile è importante, prima si dava solo colpa al fumo ma ora c’è ben altro, dall’infezione sessuale all’ambiente e proprio quest’ultimo significa tanto». Quindi è d’accordo sul fatto che calo delle nascite e variazioni climatiche vadano a braccetto? «Sono assolutamente d’accordo, l’ambiente e il riscaldamento globale può portare questa problematica con la riduzione della fertilità, oltre ad una riduzione di spermatozoi che si presentano anche in forma diversa».













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