«Cinzia e Gabriele, dono bellissimo»

Madre e figlio sono stati seppelliti insieme. In chiesa centinaia di persone


Nicola Filippi


CALLIANO. «Cinzia e Gabriele, avervi è stato un dono meraviglioso, ci mancherete tanto, ma dobbiamo lasciarvi andare. Vi saremo sempre vicini». Una foto sorridente di Cinzia Filippi accompagna le poche frasi sul biglietto-ricordo, stampato dai parenti, appoggiato sul tavolino all'ingresso della chiesa parrocchiale di Calliano. «Una sofferenza ingiusta», l'ha definita don Roberto durante l'omelia. Un funerale molto partecipato. In centinaia hanno voluto abbracciare due famiglie distrutte. Lo schianto ad Acquaviva ha lasciato una intera comunità senza parole. Solo lacrime.

A Calliano ieri non c'era tanta voglia di parlare. Quelle poche frasi che venivano scambiate al bar o per strada erano di circostanza. La giornata plumbea e il vento gelido hanno reso l'ambiente ancora più mesto e silente. In paese, regnava solo tanta commozione. E soprattutto incredulità. A due giorni dal terribile schianto sulla tangenziale sud, Calliano ieri ha accompagnato al cimitero Cinzia Filippi, 32 anni, originaria di Meano, all'ottavo mese di gravidanza, in attesa del suo Gabriele. Tanti, tantissimi fiori, nella chiesa parrocchiale e anche al camposanto. A due passi dall'altare, sotto la navata centrale, una unica bara, in noce chiaro, accoglieva Cinzia e il suo Gabriele, cinta da una composizione di fiori coloratissimi.

Gli amici la ricordano come una persona solare, sorridente, in grado di sdrammatizzare le situazioni più delicate, anche nell'ambiente lavorativo. In chiesa, nelle prime file dei banchi, a sinistra, il marito Christian Casata, i genitori e la sorella di Cinzia, architetto all'Itea. A casa, invece, è rimasta la piccola Giada, di tre anni. Composti nel loro dolore, hanno continuato a stringere mani e ad abbracciare l'autentico "fiume" di persone che continuava ad entrare in chiesa. Non si è mai fermato. Incessante, anche durante la funzione. Fra le centinaia di persone che hanno voluto riscaldare i famigliari, abbiamo scorto amministratori locali (fra cui, il sindaco Marco Pompermaier), il presidente dell'Itea Aida Ruffini, il capogruppo degli alpini Fabio Pernecher, il presidente del Comitato Carnevale Walter Comper, il campionissimo di ciclismo "Gibo" Simoni.

«Quando ho sentito la notizia alla televisione sono rimasto sconvolto - racconta - io conosco molto bene la sorella di Cinzia. Lavorando per l'Apt, cura tutta la parte organizzativa della granfondo Charly Gaul sul Bondone. Sto aspettando Mariano (Piccoli, ndr), che anche lui la conosce bene. È stato un incidente allucinante. Una disgrazia immensa, pensando anche alla perdita del bambino in arrivo. Sono vicino alla famiglia di Cinzia e a suo marito Christian».

«Le nostre parole non hanno la forza di superare un dolore simile», ha detto don Roberto Ghetti, nell'omelia, rivolto ai famigliari. Dal libro della Sapienza ha il passo del "giusto". «Perché questa tragedia?», ha chiesto ancora il parroco. «Questa sofferenza è ingiusta. Un parente mi ha detto: "Bisogna accettarla. Sappiamo che simili tragedie possono succedere, l'abbiamo letto su giornali e visto in tv". Noi tutti dobbiamo accettarla e farci forza, ma soprattutto fare forza ai famigliari. Tutta la via è dogmatica». Difficile accettare una simile tragedia che ha sconvolto due famiglie. «Noi non siamo fatti per la morte - ha ripetuto don Roberto - ma per la vita. Questo evento possiamo trasfigurarlo solo con gli occhi della fede». Poi, sotto una spolverata di neve, il "fiume" di persone ha accompagnato il feretro fino al cimitero. Ora Cinzia e Gabriele riposano insieme.













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