Cermis, la memoria è un dovere

L’appello di Lucchi e Morandini all’incontro di Emergency: «I ragazzi sanno poco di queste tragedie»



CAVALESE. La memoria non è solo ricordo. E' cosa più complessa che necessita di attenzione ed elaborazione. E' impegno ad attualizzare il ricordo, a confrontarlo con la coscienza, a trasformarlo da messaggio del passato più o meno recente, attraverso un percorso razionale, a regola presente e futura. La memoria è dunque un dovere. Graziano Lucchi, presidente della Fondazione Stava 1985, e Fiorenzo Morandini, ex dirigente de “La Rosa Bianca” di Cavalese e Predazzo, l'altra sera alla sala conferenze della biblioteca comunale a Cavalese hanno parlato a lungo di memoria come dovere nell'incontro organizzato dal gruppo Emergency Fiemme e Fassa.

Un incontro per rilanciare il progetto tra memoria e solidarietà che il gruppo sostiene dal 2012: l'attività della foresteria del centro di cardiochirurgia che Emergency gestisce in Sudan intitolata alle vittime delle tragedie del Cermìs del 1976 e del 1998. A introdurre il dialogo l'assessore comunale alla cultura di Cavalese Sergio Finato che ha sottolineato l'importanza in questo periodo (tra Giornata della Memoria e anniversario delle tragedie del Cermìs) ma anche in generale del tema della memoria e l'impegno in tal senso dei due relatori.

Poi Morandini, parlando di memoria della Shoah, ha sottolineato l'interessante progetto del Treno della Memoria che è un'immersione totale negli eventi tragici di oltre settant'anni fa portati ai giorni nostri valutando fino a che punto oggi siano stati d'insegnamento. Lucchi ha invece raccontato come è nata e si è sviluppata l'attività della Fondazione Stava partendo dal racconto oggettivo di quanto successo (attraverso la sentenza definitiva del processo) ed arrivando a spiegare le cause e le responsabilità dirette ed indirette. Ancora Lucchi ha sottolineato come il messaggio negativo emerso dalle tristi vicende di Stava, del Cermìs ed anche del Vajont, di Seveso, della Sloi a Trento, del Petrolchimico di Mestre e di molte altre tragedie, sottolinei sempre una logica tesa al profitto e a scapito della sicurezza.

Morandini ha parlato del rapporto tra memoria e scuola, bombardata da una miriade di informazioni ma che deve essere capace di selezionare ed individuare quei contenuti e quei messaggi davvero formativi per i ragazzi che, è emerso, conoscono poco queste vicende.

Una memoria che, è stato aggiunto, in generale ma anche da queste parti, deve fare i conti pure con inviti, più o meno evidenti, a dimenticarla, come avvenuto per la tragedia di Sgorigrad in Bulgaria nel 1966, analoga a quella di Stava. Conclusione di Michele Zadra con considerazioni sul rapporto tra memoria e solidarietà e per rinnovare l'impegno di Emergency sul progetto intitolato alla memoria delle vittime del Cermìs.

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