Borgonovo Re: «Cambiamo nome al Not»

L'assessora provinciale Donata Borgonovo Re ha lanciato la proposta: «Dovremmo trovare un nome che evochi qualcosa di positivo per la nostra sanità»



TRENTO. Il tema Not è stato solo sfiorato (sarà oggetto di un prossimo incontro) ieri nell’audizione di Donata Borgonovo Re nella quarta commissione del consiglio provinciale, ma l’assessora alla salute ha detto che, a suo parere, al nuovo ospedale andrebbe cambiato nome: «Dovremmo trovare un nome che evochi qualcosa di positivo per la nostra sanità», ha detto.

Nella sua relazione, Borgonovo Re ha annunciato che un’urgenza riguarda la definizione della rete ospedaliera, ovvero il destino degli ospedali periferici: «Un percorso avviato da 5-10 anni e che va chiuso in tempi ragionevoli». L’altro obiettivo è il piano della salute, strumento che secondo l’assessora «dovrà essere snello, partecipato da istituzioni, privato sociale, consulte della salute e cittadini, e contenere il disegno della salute dei prossimi 5-10 anni tenendo presente che la salute è determinata solo per il 20-30% dalle strutture sanitarie e per il 70-80% dal sociale, la mobilità, l’ambiente, gli stili di vita, l’agricoltura».

Sul fronte sociale, Borgonovo Re ha ricordato la necessità di definire i livelli essenziali dell’assistenza per dare servizi omogenei in tutte le Comunità di valle, tenendo conto che in Trentino nei prossimi 10 anni gli anziani aumenteranno del 30%: «Fondamentale - ha detto - diventa il ruolo dei punti unici di accesso sia ai servizi sanitari che a quelli socio-assistenziali».

Violetta Plotegher (Pd) ha sottolineato l’aumento dei problemi sanitari tra i bambini e il fatto che secondo l’Oms le spese sanitarie si possono contenere fino al 30% attraverso diagnosi e terapie appropriate. Walter Viola (Pt) ha invece posto il tema della medicina difensiva, con l’eccesso di diagnosi e terapie che i medici attuano per difendersi dalle cause legali.













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