la classifica

«Borghi felici» in Italia, Riva e Arco fanno flop

La città gardesana perde 40 posizioni, il centro delle palme fuori dai top 100. Mentre i paesi del Garda bresciano e veneto fanno il pieno di riconoscimenti


di Matteo Cassol


ARCO. La Busa quest’anno è praticamente uscita della top 100 dei borghi italiani più felici, dopo che nel 2014 aveva piazzato Riva al 60° posto e Arco all’80°, secondo il centro studi Sintesi, istituto di ricerca sociale ed economica che in collaborazione con il Sole 24 Ore elabora una classifica che delinea la "dolce vita" dei piccoli centri. Riva risulta ora al 100° posto su 158 realtà con le carte in regola per una menzione (l’anno scorso erano 176), mentre Arco segue al 108°, con l'Alto Adige (Brunico, Vipiteno ed Egna il podio) e altre località del Garda (dal 4° al 7° posto rispettivamente Peschiera, Lazise, Bardolino e Sirmione) a monopolizzare di nuovo la vetta.

Per Riva, che nel 2014 era una “new entry” rispetto all’edizione precedente del 2011, si tratta di un tonfo di 40 posizioni, per Arco (che quattro anni fa figurava in posizione ancora migliore, al 66° posto su 270 finaliste) di una discesa di 28 posti. Non un bel risultato, dunque, per il Benaco trentino, per quanto diverse voci abbiano indicato un progresso.

Ma come funziona la classifica? Lo scopo è individuare i Comuni italiani che godono della migliore qualità della vita, attraverso la valutazione di indicatori capaci di misurare il benessere delle città considerate. L’analisi è in due fasi: la prima di selezione di un gruppo di comuni abbastanza ridotto (in questo caso 158) che rispetti alcuni parametri di accesso, tra i quali l’avere una popolazione compresa tra 5.000 e 50.000 abitanti (quindi niente Nago-Torbole né Dro, né Tenno, né Drena, con solo Ledro eleggibile oltre a Riva e Arco nell’ex C9), la seconda di valutazione delle performance, allo scopo di stilare una graduatoria sulla base del mix di indicatori scelti, associando un punteggio a ciascuna realtà comunale.

Quest’anno Riva è risultata 77ª (era 58ª) per le condizioni di vita materiali, 148ª (era 153ª) per istruzione e cultura, 152ª (era 164ª) per partecipazione alla vita politica, 15ª (era 10ª) per rapporti sociali, 93ª (era 105ª) per la sicurezza, 23ª (era 29ª) per l'ambiente, 9ª (era 8ª) per le attività personali e 43ª (era 52ª) per la salute: in realtà dunque ci sono stati dei miglioramenti, vanificati però a quanto pare dal calo nelle condizioni di vita materiali.

Arco, invece, si è piazzata 99ª (era 101ª) per le condizioni di vita materiali, 155ª (era 151ª) per istruzione e cultura, 150ª (era 168ª) per partecipazione alla vita politica, 13ª (era 8ª) per rapporti sociali, 61ª (era 68ª) per la sicurezza, 8ª (stabile) per l'ambiente, 28ª (era 27ª) per le attività personali e 48ª (era 63ª) per la salute. Anche all’ombra del castello, dunque, non solo ombre, ma l’esito complessivo non è stato premiante.













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