Boom della nuda proprietà Impennata del 60 per cento

Gabardi di Anama Confesercenti: «Quota di mercato del 4,5% e forte crescita nel biennio» Annunci sui giornali specializzati: «Con questa formula niente più spese straordinarie»


di Luca Marognoli


TRENTO. Il riquadro pubblicitario, su sfondo giallo, spicca tra gli annunci di un giornale specializzato nel mercato immobiliare: “Vuoi vendere la tua casa continuando ad abitarla per sempre e non pagando più le spese straordinarie? Per saperne di più chiama il numero...”. Una formula accattivante per promuovere la “nuda proprietà”, ossia la vendita di un immobile abitato da altri e del quale si potrà disporre solo dopo la morte dell’usufruttuario. In tempi di crisi è diventato un fenomeno in costante crescita, anche grazie all’incoraggiamento degli operatori del settore.

Al numero pubblicato nell’inserzione risponde Gianni Lucchi, titolare di Intermedia, agenzia immobiliare con quattro uffici in città: «Crediamo che per una persona anziana la nuda proprietà possa essere interessante perché si tiene l'usufrutto dell’immobile finché vive e inoltre non paga più le spese straordinarie, come lavori al tetto o alla caldaia, che sono a carico del nudo proprietario».

Calcolare il valore dell’usufrutto è semplice: «Ci sono programmi su internet che lo fanno in automatico, inserendo il valore dell'immobile e l'età dell’usufruttuario», precisa Lucchi. Ma il vantaggio è reciproco: «L’acquirente paga un prezzo inferiore e le tasse restano a carico di chi usufruisce del bene». Mentre l’offerta è buona, però, la domanda stenta a decollare. «La gente oggi vive fino a 100 anni e chi compra preferisce avere un immobile che renda da subito: se ci metti dentro degli studenti, siamo attorno al 4%. Questo va considerato più un investimento per i figli».

Marco Gabardi, presidente di Anama Confesercenti del Trentino, parla di un mercato in progressivo consolidamento: «I dati a livello nazionale riportano una percentuale media dell’ 8%, con un incremento nell’ultimo biennio del 57%. A livello provinciale abbiamo una quota di mercato più bassa, circa il 4.5%, ma l’incremento è leggermente superiore: il 58.2%. Quanto ai valori immobiliari assoggettati alla cessione parziale, la media nazionale si aggira attorno ai 120/130.000 euro, mentre quella provinciale arriva circa ai 150/160.000. Questo si spiega con il fatto che in provincia di Trento i valori degli immobili sono più sostenuti rispetto alla media nazionale».

Oltre al diritto di abitare l’immobile - aggiunge Gabardi - «gli usufruttuari allo stesso tempo monetizzano, anche in forma di vitalizio, una somma per poter fronteggiare le spese quotidiane ed in qualche caso spese straordinarie, spesso la retta del ricovero presso strutture sanitarie a lunga degenza. Potrebbe sembrare una sorta di speculazione, ma nella maggior parte dei casi di vendite di nude proprietà, si vanno a risolvere situazioni particolarmente spiacevoli. Mi riferisco a quei casi dove l’anziano o non può contare su una pensione soddisfacente o su un aiuto da parte dei parenti ed è così costretto a vivere di stenti e magari anche a non curarsi, per mancanza di denaro. Tutto questo essendo proprietario di un immobile ma spesso inconsapevole del valore economico dello stesso».

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