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Bibliotecari a rischio, lettera all’ateneo

I sindacati ieri hanno incontrato i consiglieri provinciali. L’assessora Ferrari: «Le parti si incontrino»



TRENTO. Per 30 dipendenti della biblioteca universitaria di Trento, più d’uno con oltre 15 anni di servizio, si prospetta l’incubo di essere messi in strada. A rappresentare questa situazione, “senza precedenti” in Trentino per la sua dinamica, sono stati i sindacati che ieri pomeriggio hanno incontrato a palazzo della Regione il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti, l’assessora con delega all’università Sara Ferrari e una rappresentanza dei consiglieri (Mosna, Manica, Maestri, Degasperi, Civettini, Simoni, Fasanelli e Giovanazzi). Roland Caramelle (Filcams Cgil) e Stefano Picchetti della (Uil Tucs), assieme al collega Matteo Salvetti e ai bibliotecari Giovanni Pozzi, Francesca Bonvecchio, Davide Odorizzi e Rosita Fiore, hanno spiegato che «la cooperativa che ha vinto l’appalto, per rilevare dal 3 novembre prossimo il servizio di gestione della biblioteca d’ateneo, ha annunciato che si avvarrà di personale diverso da quello in servizio.

Sul piano tecnico-giuridico può farlo, perché nel bando di gara non era contenuta alcuna clausola sociale». «Ma noi siamo qui a chiederci e a chiedere se è mai possibile che un polo universitario vocato all’eccellenza possa gestire un proprio servizio disfandosi di tutte le esperienze professionali acquisite», hanno incalzato i sindacalisti. L’assessora Ferrari ha spiegato che l’ateneo è finanziato direttamente dalla Provincia ma viene gestito in totale autonomia, tant’è che il bando d’appalto non le è stato nemmeno sottoposto in visione. Ciononostante, comprendendo la gravità del caso, ha scritto in via Verdi per auspicare un incontro tra le parti.













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